È il giorno dei disrupter in chief al World Economic Forum di Davos, il tradizionale appuntamento tra le Alpi svizzere che vede la partecipazione di centinaia di leader politici, rappresentanti della società civile e Ceo, quest’anno dedicato al tema della “Collaborazione per l’età dell’intelligenza”. Oggi infatti è intervenuto il presidente argentino Javier Milei, che sta rivoluzionando il Paese latino americano a suon di tagli alle spese e al personale pubblico, a poche ore di distanza dalla partecipazione all'evento nel pomeriggio di Donald Trump.
Milei, alla sua seconda presenza al Forum di Davos, ha ricordato le dure critiche al “mondo occidentale” lanciate nel suo intervento dell'anno scorso affermando che però oggi si sente “meno solo" perché può contare su nuovi alleati. Con lui, precisa El Loco, ci sono l’”incredibile” Elon Musk, la “tenace Giorgia Meloni”, il presidente del Salvador Nayib Bukele, il premier ungherese Viktor Orban, quello israeliano Benyamin Netanyahu e il presidente americano Donald Trump.
Per Milei in poco tempo "si è andata formando una alleanza internazionale di tutte quelle nazioni che vogliono essere libere e che credono nelle idee della libertà". “Il mondo”, ha proseguito il leader sudamericano, "ha abbracciato l'Argentina” che “è diventata un esempio globale di responsabilità fiscale, di impegno a onorare i nostri obblighi e, ovviamente, di impegno a risolvere il problema dell'inflazione. Inoltre, siamo un esempio di un nuovo modo di fare politica che consiste nel dire la verità in faccia alla gente e nel darle fiducia".
Il presidente argentino, che ha invitato leader e imprese a seguire l’esempio di Buenos Aires nel “rendere l’Occidente di nuovo grande”, si è scagliato contro “l'ideologia woke" e il "femminismo radicale”. Prima di chiudere il suo intervento esclamando “viva la libertà”, Milei ha difeso Musk, a suo dire “ingiustamente vilipeso” per aver salutato il pubblico con il braccio teso durante le cerimonie per l’insediamento del tycoon. Per lui si è trattato solo di "un gesto innocente che riflette semplicemente il suo entusiasmo e la sua gratitudine verso le persone".
Molti sono dunque i temi trattati dal presidente argentino cari ad altri esponenti della destra internazionale e in particolare al nuovo capo della Casa Bianca. Sin dalla sua vittoria elettorale nel novembre del 2023 Milei, che si definisce anarco-capitalista, è stato tra i più appassionati sostenitori della terza corsa alla Casa Bianca di Trump che ha contraccambiato il supporto ricevuto rivolgendogli spesso grandi elogi.
L’estate scorsa in un’intervista su X, l’allora candidato repubblicano alla presidenza aveva menzionato i tagli alle spese, la riduzione dell’amministrazione e la semplificazione delle normative compiute da Milei dichiarando che tutto ciò “dovrebbe essere una lezione per gli Stati Uniti”. Come però ricorda in una lunga inchiesta pubblicata in questi giorni dal Wall Street Journal la ricetta economica imposta da El Loco avrebbe causato nei primi nove mesi del suo mandato la perdita di circa 290mila posti di lavoro.
Il ministro argentino della desregulación Federico Sturzenegger ha fatto sapere comunque che “siamo all’inizio di un processo di riforma dello Stato. L’obiettivo finale per l’Argentina è diventare una delle economie più libere al mondo”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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