Se il Congresso americano non approva gli aiuti militari a Kiev la Russia potrebbe vincere nel giro di settimane. Mesi nel migliore degli scenari. L’agghiacciante valutazione sullo stato della guerra in Ucraina è stata comunicata mercoledì scorso al gruppo bipartisan dei leader di Capitol Hill dal consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan e dalla direttrice della National Intelligence Avril Haines.
Da mesi a Washington è in corso un aspro scontro tra democratici e repubblicani sull'approvazione di 61 miliardi di dollari in aiuti militari al Paese invaso da Mosca. L’allarme sulla fine del supporto a Kiev era stato già lanciato in precedenza ma mai con toni così cupi. A riferire il contenuto del meeting alla Casa Bianca è stata l’Nbc News che ha riportato inoltre come un funzionario dell’amministrazione Biden abbia definito l’analisi di Sullivan e Haines “incredibilmente dura”.
Ai legislatori americani sarebbero state fornite delle informazioni classificate sulle attuali dinamiche dei combattimenti e sulle tempistiche entro le quali l’Ucraina esaurirà le risorse nel campo della difesa aerea e delle capacità di artiglieria. Di qui l’urgenza di tornare a supportare in maniera concreta le forze ucraine per evitare una vittoria di Putin che, secondo i due funzionari, avrebbe “ripercussioni in tutto il mondo”. Il timore è infatti che, qualora si realizzasse la disfatta di Zelensky a causa del mancato appoggio americano, altri Paesi come il Giappone e la Corea del Sud potrebbero avere dubbi sull’effettiva validità delle alleanze strette con gli Stati Uniti.
Il gruppo bipartisan dei leader del Congresso presenti all’incontro al quale ha presenziato anche Joe Biden avrebbe dichiarato di riconoscere come gli aiuti all’Ucraina siano una priorità di sicurezza nazionale ma di non essere d’accordo su come procedere dal punto di vista legislativo. Altri resoconti giornalistici riportano le pressioni esercitate dal presidente sullo speaker della Camera, il repubblicano Mike Johnson, per convincerlo a fargli accettare un accordo che sblocchi i fondi per Kiev. A riprova delle divisioni interne al Gop, anche il suo compagno di partito, il leader della minoranza al Senato, Mitch McConnell, avrebbe condiviso il punto di vista del vecchio Joe.
Nonostante le prospettive drammatiche esposte dagli uomini di Biden, Johnson, riferendosi al tema dell’emergenza immigrazione che sta accendendo la campagna elettorale per le presidenziali ha ribadito la sua contrarietà al pacchetto degli aiuti militari a meno che non si registri "un cambiamento al confine”. Lo speaker della Camera ha poi aggiunto di comprendere la necessità di finanziare l'Ucraina “ma lo status quo è inaccettabile, dobbiamo insistere sul fatto che il confine è la principale priorità".
A preoccupare i democratici è però il fatto che il repubblicano avrebbe lasciato intendere come il via libera ai fondi per Kiev potrebbe comunque non arrivare neanche in caso vengano accettate tutte le richieste avanzate dal Gop in materia di immigrazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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