Colloqui Usa-Iran: per il terzo round ipotesi Ginevra o Roma

L'incontro si terrà tra due settimane e la delegazione statunitense vuole una sede in Europa "più vicina"

Colloqui Usa-Iran: per il terzo round ipotesi Ginevra o Roma
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Continuano gli sforzi diplomatici da parte di Stati Uniti e Iran per giungere ad un accordo sul programma nucleare della Repubblica islamica. Secondo quanto riportato dal New York Times, Washington vorrebbe spostare la sede del quarto round di colloqui dall’Oman, che continuerebbe a mediare, a una in Europa “più vicina”.

Inoltre, sempre stando a quanto riferito dal quotidiano americano, che ha citato fonti dell’amministrazione Trump, il vertice si svolgerebbe tra due settimane e non sabato 3 maggio, perché la parte statunitense avrebbe bisogno di più tempo per valutare le informazioni e le proposte presentate dall’Iran. Secondo l’Adnkronos, si starebbe valutando l’ipotesi di tenere i colloqui a Ginevra, che ospita la sede europea della Nazioni Unite, o a Roma, dove il 19 aprile si è svolto il secondo round. La parte italiana ha ribadito la sua disponibilità a fare da “facilitatori” ed è probabile che l’argomento sia stato discusso durante la telefonata tra la premier Giorgia Meloni e il sultano dell’Oman Haytham bin Tariq Al Said, avvenuta nei giorni scorsi.

Il 25 aprile, a Muscat, si sono incontrare le delegazioni guidate da Steve Witkoff per gli Usa e dal ministro degli Esteri Abbas Araghchi per l’Iran. Secondo quanto riportato dall’agenzia stampa degli ayatollah Irna, l’incontro è stato incentrato su “questioni tecniche e dettagli di livello esperto”. La Repubblica islamica ha parlato di “cauto ottimismo”, nonostante le tensioni che continuano ad aleggiare sul processo negoziale. Teheran, infatti, arricchisce l’uranio al 60%, ben al di sopra della soglia stabilita nell’accordo di Vienna, e rivendica il diritto a un programma nucleare civile. Gli Usa, invece, hanno imposto nuove sanzioni sul petrolio degli ayatollah, una mossa che l’Iran ha denunciato come “approccio ostile”.

Sullo sfondo, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha chiesto spiegazioni alla Repubblica islamica riguardo a nuovi tunnel costruiti nel sito nucleare di Natanz, e ha affermato di non avere più una visione complessiva del programma atomico iraniano da mesi a causa della rimozione di telecamere poste in punti chiave delle infrastrutture nucleari del Paese e ai molteplici divieti in cui i propri ispettori si sono imbattuti.

In tutto questo, Israele resta pronto ad agire nel caso in cui non si dovesse arrivare ad un accordo e il presidente Usa Donald Trump ha affermato che non si farà trascinare in una guerra con l’Iran. La partita su un fattore chiave per la stabilità del Medio Oriente, dunque, è ancora aperta.

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