
Adesso che la guerra sta forse finendo, avverto tra i capataz progressisti della informazione e della politica un dolore più sincero per la pace in arrivo che per i morti le cui cataste crescono ancora. Infatti la proposta di pace che si sta facendo strada e ha bucato il muro del Cremlino ha un difetto che nessuno di quella crème le perdona: è figlia di Donald Trump, e dunque è bastarda, filofascista, bacia le chiappe all'autocrate. Ed ha un difetto ulteriore: è possibile, realistica, e come tutte le paci non è perfetta, ha un prezzo, lascia Putin al potere, gli lascia terre anticamente russe e abitate ancora da russi, e si accontenta di farla finita con le cataste di cadaveri nelle fosse comuni. Mezzo milioni di morti bastano? Per me ci si poteva arrivare molto prima, evitando di mietere generazioni di ragazzi.
Le élite occidentali dei quartieri alti sono però alquanto scontente. Dicono tuttora di volerla anch'esse, come no?, ma quando le sorti della guerra gireranno a favore di Kiev (e della Nato). Cioè? Non si sa. Anzi mai. E caso mai accadesse, sarebbe al prezzo comodissimo di milioni di caduti ucraini (fino all'ultimo ucraino, ha predicato applauditissimo Zelensky): cadaveri sì, ma alla fine vittoriosi per salvaguardare la ghirba e il sistema di pensiero di lorsignori nostrani.
La gente comune e meno male - tira il fiato alla notizia di un accordo, che almeno sia utile a chiudere i rubinetti del sangue di miriadi di giovani slavi. Chi ha un dubbio al riguardo chieda in giro, o legga i sondaggi. La gente speciale - il club degli ottimati - è perciò disgustata da quella comune, la quale mostrerebbe, secondo i migliori, un eccesso di sensibilità per i corpi squarciati di vecchi e bambini che non sono neanche suoi parenti, ed invece ignora l'amore per la democrazia, al punto da non aver convinto il governo
con petizioni a Sanremo a mandare più armi a Zelensky. Che importa (pensano le prime linee guerresche, col culo caldo nelle retrovie) se questa fornitura di carri armati e missili allunga i tempi della carneficina, basta che intanto si indebolisca Putin, che alla fine crollerà, parapapunzipunzipà.
Mi scuso. Il finalino da tiritera dell'asilo è in disaccordo con la tragedia. Ma è utile per sottolineare la perfetta idiozia degli scontenti. Perché tale è. Mi dispiace fare la parte del Pierino che alza il dito e fa l'antipatico dicendo: io l'avevo detto subito. Che cosa? Che bisognava andare immediatamente a una trattativa. Non c'è bisogno di essere esperti nella teoria dei giochi. Se il tuo avversario è una potenza nucleare, ed è disposto a usare la bomba atomica, e tu ti accontenti di passare armi convenzionali a una piccola potenza, si sa già chi vincerà. Un gigante armato di missili strategici nucleari non può perdere una guerra con il vicino. Nel caso che sanzioni economiche e la fornitura di un arsenale apocalittico come avevano pianificato Biden e i Paesi anglosassoni avessero rischiato davvero di schiantare l'autocrazia russa e il suo zar Putin (si chiama minaccia esistenziale) lo Zar avrebbe schiacciato il pulsante fatale. Se vuoi morto me, ammazzo anche te.
A Roma e in giro per il mondo c'era e c'è, per fortuna c'è un tale vestito di bianco che ha sostenuto una verità inconfutabile: la guerra è sempre una sconfitta, in realtà nessuno è vincente in una guerra. Anche chi crede di aver trionfato raccoglie alla fine il male con i secchi, e il bene in un cucchiaino. Finirla con le stragi è la sola saggezza. A Francesco, a cui auguro una pronta guarigione, ho confessato di essere d'accordo totalmente sul punto.
Conosco l'argomento avverso. Una pace che assegni territori ai russi, alla fine legittimerà i comportamenti del tiranno
moscovita. Che prenderà la rincorsa per conquistare l'Europa. Infatti, Hitler a Monaco si avvantaggiò firmando l'accordo di pace proposto da Chamberlain e Daladier e mediato anche da Mussolini. E quando fu pronto il Fuhrer intraprese le sue conquiste lampo.
Non c'è paragone storico che tenga. 1) Non c'era allora una guerra in corso. E non esiste controprova di che cosa sarebbe successo se non avesse prevalso l'appeasement del 1937. Forse Hitler avrebbe scatenato subito i suoi eserciti, e l'Inghilterra, assolutamente impreparata, non avrebbe avuto il tempo di armarsi. 2) Non esistevano allora le armi atomiche. E quando le ebbero ad usarle contro civili inermi (Hiroshima e Nagasaki!) furono i buoni: non mi si parli perciò di superiorità etica dell'America, e di precedenti storici. Valgono per tutti. Neppure le democrazie sono vaccinate contro errori e orrori.
Mi pare chiaro che, in questo raro caso la Realpolitik, la presa d'atto della situazione, con decisioni conseguenti imperfette, coincida con la Moralpolitik. Consentire alle famiglie ucraine e russe di piangere i loro morti, di ritrovare un minimo di vita decente è oggi il massimo dell'etica possibile.
Una morale di buon senso, sicuramente più umana dell'idea stupenda delle élite intellettuali d'Occidente che amano sacrificare i figli degli altri per poter campare serenamente a casa propria, e per di più sentendosi dalla parte giusta della storia. Mettere le armi in mano ai poveri cristi di Kiev, e poi portare fiori sulle loro tombe? Meglio la pace di Trump.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.