L'inchiesta sui Panama Papers fu un grande scandalo o una bolla di sapone? Pare la seconda, almeno da un punto di vista squisitamente giudiziario. Un tribunale panamense ha infatti assolto tutte le 28 persone accusate di riciclaggio di denaro in relazione allo scandalo dei Panama Papers, concludendo così un processo iniziato lo scorso aprile. I documenti finanziari segreti trapelarono nel 2016, rivelando come alcune delle persone più ricche e potenti del mondo utilizzassero i paradisi fiscali per nascondere la propria ricchezza con società fittizie: tra le personalità di spicco citate nei file vi sono l'ex presidente Usa Donald Trump, l'ex presidente argentino Mauricio Macri, l'ex primo ministro del regno Unito David Cameron, il presidente russo Vladimir Putin e quello dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, il re dell'Arabia Saudita, Salman bin Abdulaziz bin Abdulrahman Al Saud, attrici famose come Emma Watson, il calciatore Lionel Messi e il regista Pedro Almodovar.
Si sgonfia lo scandalo dei Panama Papers
Tra i prosciolti nell'ambito dell'inchiesta figurano Jurgen Mossack e il defunto Ramon Fonseca, fondatore di Mossack Fonseca, lo studio legale al centro dello scandalo. Il giudice Baloisa Marquinez ha dichiarato che le prove esaminate dal tribunale non sono "sufficienti" per determinare la "responsabilità penale degli imputati". Il processo, che si è svolto a Panama City, è durato 85 ore, ha raccolto 27 testimonianze e ha preso in considerazione oltre 50 prove documentali, secondo quanto riportato dai notiziari locali. Il giudice Baloìsa Marquìnez ha stabilito che le prove raccolte tramite i server di Mossack Fonseca non erano ammissibili e ha fatto cadere tutte le accuse penali. Il giudice ha poi aggiunto che "le prove rimanenti non erano sufficienti e conclusive per determinare la responsabilità penale degli imputati". Trattasi di una delle più importanti inchieste giornalistiche internazionali conclusasi dunque con un nulla di fatto. L'accusa aveva chiesto la pena massima per Jurgen Mossack, Ramón Fonseca Mora, Dick Brauer, Axel Gauster e Hans Joachin Kohlsdorf, ora defunti, come autori di riciclaggio di denaro, ha riferito La Prensa.
La più grande fuga di documenti della storia
Il caspo esplose nel 2016, quando vennero diffusi 11,5 milioni i documenti top-scret della società di consulenza Mossack Fonseca. nell'ambito di un'indagine, chiamata appuntio Panama Papers, condotta dal Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (Ciji): l'Icij ha lavorato con cronisti di 107 organizzazioni giornalistiche in 76 paesi, incluso il quotidiano britannico The Guardian e il settimanale italiano l'Espresso. L'inchiesta aveva l'obiettivo di dimostrare come i clienti di Mossack Fonseca fossero stati in grado di riciclare denaro, eludere le sanzioni ed evitare le tasse, in violazione diretta - almeno secondo quanto affermava l'inchiesta - delle norme internazionali volte a fermare il riciclaggio di denaro e l'evasione fiscale. Le principali accuse vertevano sulla creazione di società fantasma, all'apparenza delle aziende sane e legittime, ma nella realtà dei gusci vuoti che hanno la funzione di gestire il denaro, nascondendo il nome del reale proprietario.
Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, spiegò all'epoca che le notizie erano trapelate da "giornalisti e membri di altre organizzazioni che cercano attivamente di screditare Putin e la leadership russa". La pubblicazione dei documenti potrebbe essere dovuta a "ex dipendenti del Dipartimento di Stato, della Cia, di altri servizi di sicurezza", disse il portavoce del Cremlino nel 2016.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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