Pensioni, monta la rabbia contro Macron. Annunciate proteste in tutta la Francia

Dopo la decisione di evitare il voto dell'Assemblea Nazionale, i sindacati e le opposizioni annunciano proteste contro la riforma delle pensioni. Manifestazioni spontanee in diverse città

Pensioni, monta la rabbia contro Macron. Annunciate proteste in tutta la Francia

La riforma delle pensioni e il ricorso del governo all'articolo 49 comma 3 della Costituzione (che aggira il voto dell'Assemblea nazionale) scatenano l'ira delle opposizioni e dei sindacati in tutta la Francia. Nel Paese, subito dopo l'annuncio dell'esecutivo guidato da Elisabeth Borne, si sono registrate manifestazioni spontanee più o meno numerose a Bordeaux, Grenoble, Lione, Marsiglia, Amiens e in altri centri. A Rennes la polizia è intervenuta per disperdere centinaia di manifestanti. A Parigi, migliaia di persone hanno iniziato a radunarsi vicino la sede della camera già durante la discussione parlamentare.

La settimana più calda per la Francia

Nella capitale francese sono tornati a vedersi anche alcuni gilet gialli, simbolo delle massicce proteste che hanno scosso tutto il Paese durante il primo mandato di Emmanuel Macron come presidente della repubblica. La polizia ha effettuato una serie di cariche contro i manifestanti che si sono radunati a Place de la Concorde nella speranza che la piazza venisse sgomberata. Il corteo contro la riforma delle pensioni si era infatti avvicinato al palazzo dell'Assemblea nazionale.

Nel frattempo, i sindacati continuano ad annunciare mobilitazioni in tutto il Paese. Dopo l'annuncio di alcune proteste in diversi porti, il coordinamento di tutti i sindacati francesi ha fatto sapere che è stata organizzata "una nuova mobilitazione nazionale giovedì 23 marzo". Lunedì dovrebbe invece votarsi la mozione di censura da parte delle opposizioni, che però, stando ai numeri nell'Assemblea, dovrebbe essere respinta dalla maggioranza dei deputati a meno di un'unione di quasi tutti i partiti, moderati e radicali.

Le mozioni contro Macron

Secondo quanto affermato dai vari partiti presenti in parlamento, le mozioni dovrebbero essere tre. Una mozione dovrebbe essere quella della coalizione di sinistra Nupes, Nouvelle Union populaire écologique et sociale. Una seconda mozione contro la riforma delle pensioni è quella del Rassemblement National, già annunciata da Marine Le Pen, che ha già detto di sostenere anche eventuali mozioni di sinistra. Infine, le fonti di stampa parlano anche di una terza ipotesi: una mozione firmata dal gruppo Libertés, Indépendants Outre-mer et Territoires (Liot).

In questo caso, appare possibile che si unisca anche la coalizione di sinistra di Nupes, i comunisti, ma non La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon. L'ago della bilancia sarebbero allora i ribelli dei Républicains. Eric Ciotti, il leader del partito, ha confermato il sostegno alla riforma. Tuttavia, come riporta Europe 1, esiste un fronte contrario che potrebbe votare una mozione contro la riforma delle pensioni che non sia né di estrema sinistra né dalla destra del Rassemblement. La sfiducia firmata dal Liot sarebbe quindi una terza via che attirerebbe questa piccola ma decisiva minoranza di centrodestra.

Proprio per l'imminenza del voto parlamentare e per l’opposizione trasversale di destra e sinistra radicale, ci si aspettano proteste e manifestazioni anche nel fine settimana.

Un'ulteriore prova per Macron, presidente che è uscito indebolito dalla rielezione e dall'ultimo voto legislativo, che si gioca tutto su una riforma delle pensioni voluta a ogni costo. Al punto da sacrificare anche il suo premier.

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