"Un'invasione di robot killer". La nuova minaccia di Pechino contro Washington

Cresce l'allarme per un possibile attacco di cyborg cinesi contro la popolazione americana e i centri vitali degli Stati Uniti

"Un'invasione di robot killer". La nuova minaccia di Pechino contro Washington
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Come se non bastassero le crisi senza fine in Medio Oriente o le preoccupazioni per un possibile scontro tra superpotenze in Europa ed Estremo Oriente, rimbalza dalle pagine del New York Post l’allarme per un altro spaventoso pericolo: quello legato all’avvento dell’era dei cyborg killer. E anche se al momento non ci sarebbe alcun Terminator da cui guardarsi le spalle, conviene ugualmente prestare attenzione agli interventi raccolti dal quotidiano della Grande Mela. Non fosse altro perché a fare da moderne Cassandre non sono eccentrici personaggi in cerca di visibilità bensì esperti di tecnologia e parlamentari del Congresso americano.

Ancora una volta sono in particolare le iniziative della Cina ad esser finite sotto la lente di ingrandimento dei legislatori di Capitol Hill. Diverse aziende di Pechino si starebbero infatti preparando ad invadere i mercati con robot umanoidi capaci di movimentare merci e compiere azioni semplici come correre e replicare espressioni facciali alla stregua di un qualsiasi essere umano. Tra le imprese più all’avanguardia c’è la Unitree Robotics che avrebbe già completato lo sviluppo di un androide da 90mila dollari in grado di raggiungere una velocità di almeno 15 chilometri orari mentre una versione più economica riuscirebbe a maneggiare un bastone o incassare colpi senza subire danni.

Sono questi progressi tecnologici ad aver impensierito numerosi analisti che paventano un futuro distopico in cui la Cina di Xi Jinping potrebbe impiegare un'armata di robot per colpire al cuore gli Stati Uniti scatenando nel Paese avversario operazioni di sabotaggio contro infrastrutture vitali o compiendo stragi tra la popolazione. Una delle voci più autorevoli tra quelle che si sono sollevate per mettere in guardia da una futura invasione di cyborg della Repubblica Popolare è Jacob Helberg, membro della Commissione sino-americana preposta alla revisione dei temi dell’economia e della sicurezza, il quale ritiene che, come avvenuto con Chat GPT e le innovazioni sull’intelligenza artificiale, il mondo realizzerà molto presto e all'improvviso la vera portata della nuova minaccia cinese.

Helberg, che in passato si è espresso al Congresso a favore della linea dura nei confronti di TikTok, il social di Pechino, ha puntato il dito contro l’Esercito Popolare di Liberazione definendolo la mano oscura dietro al temuto assalto dei robot killer. “Non possiamo permettere” l’arrivo negli States di un “esercito fantasma” mandato dalla Cina, ha dichiarato l’esperto che avrebbe convinto anche il leader della maggioranza repubblicana alla Camera Steve Scalise e altri compagni del partito dell’elefante a spingere per il blocco della vendita nel mercato Usa di cyborg legati ad aziende cinesi.

Non contribuisce a rassenerare gli animi il documento rilasciato lo scorso autunno dal ministero dell’Industria e dell’Informazione tecnologica di Pechino in cui il gigante asiatico ammette di puntare all’obiettivo della produzione di massa di robot umanoidi entro il 2025 e al predominio mondiale nel settore entro il 2027. Aspirazioni che devono comunque tener conto della competizione con aziende americane quali Boston Dynamics e Tesla di Elon Musk.

C’è da dire che non tutti sono convinti della portata della minaccia evocata da Helberg e dai parlamentari Usa e c’è chi sostiene che i timori per l’invasione dei robot siano una distrazione da problemi più immediati come lo spionaggio informatico o l’assertività cinese in Asia orientale e non solo.

Se si pensa però a quanto droni e altri dispositivi robotici a guida remota abbiano già rivoluzionato i conflitti moderni, diventa più difficile escludere che uno scontro militare tra Washington e Pechino possa non condurre ad uno scenario alla Terminator.

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