Mentre Xi Jinping e Joe Biden si danno il loro addio politico in quel di Lima, Pechino si dichiara già pronta a lavorare con la nuova amministrazione statunitense. Lo ha detto il presidente cinese proprio nel corso dell'incontro con il presidente Usa uscente.
Le premesse e le promesse appaiono buone e la Cina è pronta ad affermare che "si impegnerà per una transizione morbida" nelle relazioni con gli Stati Uniti. I due Paesi dovrebbero "continuare a esplorare la strada giusta" per andare d'accordo e "raggiungere una coesistenza pacifica a lungo termine", ha detto Xi durante l'incontro tenutosi dopo il vertice della Cooperazione economica Asia-Pacifico. Una profezia di un vero re-start, nonostante dal 20 gennaio siederà alla Casa Bianca il profeta dell'America first e del China second, soprattutto. Non che con Biden le relazioni Usa-Cina siano state migliori: nessuno dimentica l'escalation progressiva da Anchorage in poi.
Difficile saggiare la sostanza delle dichiarazioni: si tratta, del resto, di valutazioni sulla prossima amministrazione scambiate con la precedente. "L'obiettivo della Cina di una relazione Cina-Stati Uniti stabile, sana e sostenibile rimane invariato", ha detto il presidente cinese al suo omologo, aggiungendo che la Cina "è pronta a lavorare con la nuova amministrazione statunitense per mantenere la comunicazione, espandere la cooperazione e gestire le differenze, in modo da impegnarsi per una transizione costante delle relazioni Cina-Stati Uniti a beneficio dei due popoli", ha sottolineato Xi.
Nonostante le dichiarazioni di Xi, il convitato di pietra di questo bilaterale resta lui, Donald Trump, appena rieletto ma ancora senza un vero microfono. Mentre i delegati discutevano e elaboravano strategie per un futuro incerto, l'adesione di Trump a un sistema rigido di tariffe doganali, isolazionismo et similia lo fanno apparire sempre più distante con i principi di politica estera che Biden ha sostenuto sulla scena mondiale negli ultimi quattro anni. Trump sarà un leader imprevedibile, cosa che Xi detesta, incoraggiando la stabilità sopra ogni altra cosa nelle sue dichiarazioni pubbliche.
In un discorso preparato e consegnato al vertice dell'APEC un giorno prima del suo incontro con Biden, Xi ha affermato che il mondo è "entrato in un nuovo periodo di turbolenza e trasformazione", ha riportato l'agenzia di stampa statale Xinhua, mettendo in guardia contro la "diffusione di unilateralismo e protezionismo". Abbastanza ovvio a chi fosse rivolto il messaggio, affatto subliminale.
Tuttavia, il bilaterale fra i due vecchi leader davvero può dire poco del futuro fra Pechino e Washigton. Biden non è il futuro dell'America, e la squadra composta da Trump-al momento-non fa dormire sogni tranquilli ai cinesi. Le controversie commerciali, insieme ai tentativi di Xi di oscurare le origini del Covid-19, hanno finito per inasprire i legami tra Xi e Trump, oltre quattro anni fa.
Ma il modo in cui Trump procederà questa volta potrebbe avere ampie implicazioni per la regione e il mondo: e non c'è davvero nulla che Biden potesse dire a Xi per rassicurarlo sui rapporti fluidi tra Washington e Pechino negli anni a venire.
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