"Trump ha pagato una pornostar per zittirla". Altra grana giudiziaria per The Donald

L'ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan ha di recente avvertito gli avvocati di Donald Trump che l'ex presidente rischia accuse penali

"Trump ha pagato una pornostar per zittirla". Altra grana giudiziaria per The Donald

L'ex presidente Usa Donald Trump rischia di essere incriminato. L'ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan, secondo quanto riportato dal New York Times, ha recentemente segnalato agli avvocati del tycoon che potrebbe affrontare accuse penali per aver pagato segretamente una pornostar, il che suggerisce che i pubblici ministeri si stanno avvicinando a un atto d'accusa contro l'ex presidente.

I pubblici ministeri hanno offerto all'ex presidente la possibilità di testimoniare la prossima settimana davanti al gran giurì, altro elemento che fa seriamente pensare che un atto formale d'accusa è nell'aria. Sarebbe piuttosto insolito per il procuratore distrettuale, il dem Alvin L. Bragg, informare un potenziale imputato senza poi formulare delle accuse contro quest'ultimo. A New York, spiega il quotidiano, i potenziali imputati hanno il diritto di rispondere alle domande del gran giurì prima di essere incriminati, ma raramente testimoniano e Trump probabilmente rifiuterà l'offerta. I suoi avvocati potrebbero anche incontrare privatamente i pubblici ministeri nella speranza di respingere le accuse penali.

Nuovi guai per il tycoon

Qualora venisse formulato l'atto di accusa, la corsa presidenziale di Donald Trump potrebbe subire una seria battuta d'arresto. L'inchiesta di Manhattan, che dura da quasi cinque anni, si concentra su un pagamento di 130.000 dollari alla pornostar Stormy Daniels, che ha affermato in passato di avere una relazione con il magnate. Il pagamento, secondo l'accusa, è stato effettuato negli ultimi giorni della campagna presidenziale del 2016 da Michael Cohen, l'ex faccendiere di Trump.

Cohen, che da tempo sostiene che l'allora presidente gli ordinò di pagare Daniels per tenerla tranquilla, dovrebbe testimoniare davanti al gran giurì. L'ufficio del procuratore distrettuale ha già interrogato almeno altre sei persone davanti al gran giurì, secondo diverse persone a conoscenza dell'inchiesta che potrebbe inguaiare The Donald e le sue ambizioni di tornare alla Casa Bianca nel 2024. Trump ha precedentemente affermato che i pubblici ministeri sono impegnati in una "caccia alle streghe" contro di lui iniziata prima che diventasse presidente definendo Bragg un "razzista" spinto da motivazioni politiche."La minaccia del procuratore distrettuale di Manhattan di incriminare il presidente Trump è semplicemente folle", ha detto in una dichiarazione un portavoce dell'ex presidente, aggiungendo: "È motivo di imbarazzo per i pubblici ministeri democratici ed è motivo di imbarazzo per New York City".

Le grane giudiziarie del magnate

Come riferito nei giorni scorsi, il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha fatto sapere che l'ex presidente repubblicano può essere citato in giudizio per l'assalto a Capitol Hill da parte dei suoi sostenitori, risalente al 6 gennaio 2021. "Parlare al pubblico di questioni di interesse pubblico è una funzione tradizionale della Presidenza", hanno scritto gli avvocati della divisione civile del dipartimento di Giustizia, secondo il Washington Post. "Ma quella funzione tradizionale è quella della comunicazione pubblica. Non include l'incitamento alla violenza privata imminente". E ancora: "A volte i presidenti possono usare una forte retorica. E quelli che ascoltano quella retorica possono reagire in modo eccessivo o addirittura rispondere con la violenza", ha sottolineato il dipartimento di Giustizia, secondo Intercept.

Nel complesso, sono tre le cause intentate contro l'ex presidente, e ciascuna di esse accusa Trump di incitamento alla rivolta e di essere il responsabile dell'assalto all'edificio simbolo della democrazia americana.

Si tratta dell'ennesima vicenda legale che coinvolge l'ex presidente.

Nelle scorse settimane un gran giurì nella contea di Fulton, nello Stato Usa della Georgia, ha ordinato la diffusione di alcuni stralci del rapporto che descrive i risultati dell'indagine sulla presunta interferenza dell'ex presidente Donald Trump e dei suoi alleati nelle elezioni come parte di un più ampio tentativo di ribaltare i risultati delle presidenziali del 2020.

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