Nella maggior parte delle votazioni, gli elettori americani scelgono tra due candidati, che rappresentano un paio di alternative all'interno del medesimo modello politico. I candidati mettono insieme un pacchetto di politiche e si presentano come i leader più credibili per la nazione. Le prossime elezioni presentano però una scelta diversa. Donald Trump e Kamala Harris, rispettivamente il candidato repubblicano e quello democratico, rappresentano non solo due alternative politiche ma anche due sistemi completamente diversi. Possiamo chiamarli il Principe e il Partito. Donald Trump rappresenta il Principe, o la politica dell'uomo; Harris rappresenta il Partito, o la politica della macchina. Per ciascun modello si può dire qualcosa a favore e contro. Consideriamo due eventi recenti che spiegano le differenze: il tentato assassinio del presidente Trump e la successione di Kamala Harris come candidato presidenziale.
La lezione più importante del tentativo di uccidere il presidente Trump è stata controfattuale: se l'assassinio fosse avvenuto con successo, sarebbe stata la fine del movimento populista-conservatore e il totale scompiglio del partito Repubblicano, che avrebbe dovuto trovare un degno sostituto di Trump o tornare allo status quo ante. Trump è, in senso metaforico, un Principe: è entrato in politica come un outsider e ha orchestrato un'acquisizione ostile del Gop, cambiando radicalmente le politiche e le priorità di uno dei partiti politici più importanti. Lui le ha modellate; loro non hanno modellato lui.
Trump ha gestito la Casa Bianca sostanzialmente allo stesso modo, governando con il suo istinto e sui social media. Ha provato a realizzare ciò che i politici della macchina non potevano neanche concepire e tanto meno eseguire. Le vittorie che ha conquistato sono state in parte dovute a questo. Ci sono dei vantaggi inerenti a questo approccio. Secondo molti elettori, il partito Repubblicano prima di Trump era diventato moribondo, con un'offerta politica diventata ormai stantia e incapace di toccare gli interessi di milioni di americani disaffezionati. È servito un outsider forte per spezzare il vecchio consenso ed espandere il terreno ideologico. Gli svantaggi sono ovvi: la formula politica del Principe, in senso letterale o metaforico, dipende da un uomo solo e moltiplica sia la sua forza sia le sue debolezze. E, come abbiamo visto quasi accadere a Butler, tutto può finire in un istante. Compariamo questo stato di cose con la campagna di rimozione riuscita - o, come alcuni l'hanno definita, «un colpo di Stato di palazzo» - contro il presidente Biden che, una settimana dopo il tentativo di assassinio, è stato rimpiazzato senza tante cerimonie da Kamala Harris in qualità di candidato alle presidenizali per il Partito democratico. Il rimpiazzo è avvenuto senza dibattito, conflitto o ritardi. È semplicemente successo. Come mai? Perché, dentro il modello Partito, sia Biden sia Harris sono delle polene. Vanno dovunque il partito le direzioni. Duri, poi morbidi sul crimine; duri, poi deboli sul confine. Il Partito fornisce la formula politica; loro sono i tramiti che devono comunicarla al pubblico e portarla avanti alla Casa Bianca. C'è un vantaggio in questo metodo. Il Partito è durevole, decentralizzato e si adatta. Se, Dio non voglia, dovesse capitare qualcosa al vicepresidente Harris, il Partito potrebbe trovare rapidamente un sostituto e cercare di fabbricare entusiasmo attraverso il suo apparato mediatico, come ha fatto con Harris che, prima dell'elevazione a candidato, è stata storicamente impopolare.
Gli svantaggi sono meno ovvi. Nonostante il Partito goda attualmente dell'egemonia in quasi tutte le istituzioni americane importanti, perderà gradualmente la sua capacità creativa e finirà preda dei capricci - e della stupidità - della folla. Il genio è un fenomeno individuale.
Un partito che governa sulle basi di diversità, uguaglianza e inclusione produrrà dei leali mediocri, con tutte le insidie che questo comporta. Stiamo sfrecciando verso l'ultima fase della campagna elettorale per le presidenziali, che presenta una scelta agli elettori: Trump contro Harris, Principe contro Partito. Il finale è aperto.
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