"Sostenere Kiev finché necessario": Olaf Scholz e Joe Biden concordano sulla necessità di proseguire il sostegno all'Ucraina nella visita del cancelliere tedesco alla Casa Bianca, la prima dall'invasione russa dell'Ucraina.
Basso profilo, nessuna conferenza stampa convocata, dichiarazioni che filtrano e il New York Times, la testata meglio inserita negli ambienti dell'amministrazione Biden, che va controcorrente rispetto alle voci che parlano di un'incrinatura dei rapporti americani e tedeschi. Di cosa avranno parlato, davvero, Scholz e Biden? Il quotidiano della Grande Mela se lo chiede con attenzione. "La natura tranquilla della visita – senza stampa itinerante invitata, nessuna conferenza stampa, e nemmeno uno schema dei suoi piani nel suo discorso al Parlamento tedesco prima del suo viaggio – ha portato alcuni all'interno dei circoli di politica estera di Berlino a chiedersi se sia un riflesso di un crescente senso di urgenza, su entrambe le sponde dell'Atlantico. Trovare una nuova tabella di marcia per porre fine al conflitto in Ucraina".
La visita oltre Atlantico di Scholz come il viaggio a Parigi di Volodymyr Zelensky? Uno di quegli eventi coperti da riserbo e anche da un velo di mistero che cozza con l'era dei social e della comunicazione ipertrofica. Ma in cui politica e narrazione possono non necessariamente sovrapporsi. C'è di certo che Scholz e Biden hanno concordato supporto addizionale in termini di armamenti per 400 milioni di dollari. Saranno anche il combinato disposto di armi Leopard-Abrahms? Può essere. Ma è in quel "finché necessario" e nella sua interpretazione che si legge il senso della visita del Cancelliere oltre Atlantico. In cui, con grande fair play, per un giorno non è esistita la guerra economica Usa-Europa, la divergenza di posizioni sul sostegno a Kiev, la divergenza strategica tra Washington e Berlino, capitale europea più colpita dalla guerra.
Biden ha ringraziato Scholz per la sua "leadership forte e costante" che "ha fatto un mondo di differenza", e avrebbe esplicitamente detto al collega tedesco: "Ti sei fatto avanti per fornire un supporto militare fondamentale. E direi anche che, al di là del sostegno militare, il sostegno morale che hai dato agli ucraini è stato profondo". Riconoscendo poi: "So che non è stato facile. E' stato molto difficile per te".
Un imprimatur a Scholz per una posizione comune tedesco-americana per un sostegno pragmatico a Kiev e l'inizio di una posizione politica comune per trovare un'uscita al pantano ucraino? Ancora presto per dirlo. Certo è che la visita alla Casa Bianca di Scholz si è svolta all'insegna di un'inaspettata cordialità. Di cui si aspetta di capire quali saranno le conseguenze politiche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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