"È scioccante quanto siamo esposti". Allarme negli Usa per gli attacchi informatici cinesi

Sempre più sofisticate sono le incursioni informatiche di Pechino che potrebbero seminare il caos negli Usa in caso di conflitto tra le due superpotenze

Grafica: Attacchi hacker cinesi (Fonte: Voice of America - YouTube)
Grafica: Attacchi hacker cinesi (Fonte: Voice of America - YouTube)

Della possibilità di un conflitto tra Stati Uniti e Cina si parla ormai da tempo. Numerosi sono i punti di frizione tra Washington e Pechino. Solo per citarne alcuni, tra questi ci sono i dossier che riguardano Taiwan, il Mar Cinese Meridionale, le pratiche commerciali scorrette e i dazi. Una guerra invisibile tra le due superpotenze che da fredda potrebbe farsi rovente sembra però essere già cominciata. Ad aprire il fuoco per primi sarebbero stati gli hacker dell’erede del Celeste Impero. E a giudicare dallo stillicidio di attacchi informatici che trapelano a ritmo quasi quotidiano sarebbero i cinesi a detenere sino ad ora il vantaggio sugli americani.

Nella loro ultima incursione, rivelata a fine dicembre dalla stampa statunitense, gli hacker di Pechino hanno preso di mira il dipartimento del Tesoro Usa riuscendo a guadagnare l’accesso ad alcuni computer e a documenti non classificati del ministero guidato da Janet Yellen. Di fronte alle denunce della Casa Bianca le autorità cinesi hanno parlato di “accuse infondate e prive di prove”. Dichiarazioni che, dati i numerosi precedenti, non convincono Washington.

La crescente aggressività degli hacker cinesi ha stupito gli analisti. Il Wall Street Journal ne ha ricostruito in queste ore l'evoluzione sottolineando come gli incursori informatici di Pechino siano passati da essere predatori di segreti commerciali a “soldati in prima linea nel conflitto geopolitico tra Stati Uniti e Cina”. Una conclusione sottolineata da Brandon Wales, ex funzionario dell’Homeland Security, il quale definisce le reti informatiche Usa “un campo di battaglia chiave in qualsiasi futura guerra” con il gigante asiatico. Wales aggiunge che la continua raccolta di informazioni da parte dei “militari invisibili” del Paese del dragone è finalizzata a “garantire che essi prevalgano impedendo agli States di proiettare il loro potere e seminando il caos in patria”.

La situazione è talmente grave che nell’autunno del 2023 il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan ha convocato in gran segreto i dirigenti di settori chiave degli Stati Uniti per informarli che gli hacker cinesi hanno acquisito la capacità di interrompere il funzionamento delle reti elettriche e di bloccare l’operatività di decine di porti e di altre infrastrutture vitali. Sullivan avrebbe dunque chiesto ai presenti di aiutare il governo a vigilare su una minaccia che potrebbe mettere a rischio la vita dei cittadini americani. Solo dopo quell’incontro l’amministrazione Biden ha scoperto che gli assalti informatici si sono estesi anche alle reti di telecomunicazioni.

Gli attacchi alle infrastrutture Usa sono cominciati nel 2019 e da allora proseguono senza sosta. Tra gli obiettivi colpiti ci sono la rete idrica delle Hawaii e il porto di Houston, quest'ultimo violato in appena 31 secondi. Le indagini condotte dall’Fbi e dal settore privato hanno scoperto che gli hacker cinesi si sono nascosti per anni nella rete di un aeroporto regionale testando periodicamente la loro capacità di accedere ai sistemi. I soldati invisibili di Pechino avrebbero inoltre cercato materiale su come un’azienda di servizi pubblici avrebbe risposto in caso di emergenza.

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, le autorità Usa ritengono che le intrusioni nelle infrastrutture siano riconducibili ad un gruppo denominato Volt Typhoon. Esse sarebbero “almeno in parte volte ad interrompere le linee di rifornimento militare del Pacifico e ad impedire in altro modo la capacità degli Stati Uniti di rispondere ad un futuro conflitto con la Cina, inclusa una potenziale invasione di Taiwan”.

Non meno preoccupanti sono gli attacchi alle telecomunicazioni che sono iniziati nel 2023 ad opera del gruppo noto come Salt Typhoon, collegato all’intelligence di Pechino, il quale è riuscito ad infiltrarsi nelle reti wireless e ha ottenuto l’accesso ai dati di oltre un milione di utenti. Il mondo della politica è in allerta dopo che è stata resa nota la sottrazione di audio di altri dirigenti governativi, incluse alcune telefonate ricevute da Donald Trump. Sarebbero poi stati presi di mira anche elementi della campagna presidenziale di Kamala Harris.

La reale portata degli attacchi informatici cinesi non è davvero chiara. In merito in particolare alle violazioni delle telecomunicazioni, funzionari della sicurezza nazionale hanno fatto sapere infatti che le intrusioni sono così gravi e le reti così compromesse che, nonostante le soluzioni messe in campo, gli Stati Uniti potrebbero non essere mai in grado di affermare con certezza che gli hacker di Pechino siano stati sradicati del tutto. Il Congresso intanto è stato informato della situazione.

È scioccante quanto siamo esposti”, ha affermato il senatore Dan Sullivan che ha ricevuto informazioni classificate sulle infiltrazioni cinesi durante un incontro svoltosi il mese scorso a Capitol Hill. E ora Washington cerca di capire come affrontare e neutralizzare una minaccia tanto invisibile quanto sfuggente.

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