"Fine dello status speciale": vendetta di DeSantis contro la Disney

La nuova legge cambia il nome del distretto da Reedy Creek Improvement District a Central Florida Tourism Oversight District e lo sottopone a vari livelli di supervisione statale

"Fine dello status speciale": vendetta di DeSantis contro la Disney

Cala il sipario sull'autogoverno di Disney in Florida. Il governatore repubblicano Ron DeSantis ha infatti firmato un disegno di legge che pone fine al potere allo status speciale della multinazionale e mette il gigante dell'intrattenimento e il suo parco a tema sotto il controllo di dello Stato, punendo la società per la sua opposizione pubblica alla cosiddetta legge “Don't Say Gay”.

Il disegno di legge prevede inoltre la nomina di un consiglio di cinque membri per sovrintendere ai servizi che il distretto Disney fornisce nei suoi vasti parchi a tema in Florida. "Dagli anni '60, hanno goduto di privilegi diversi da qualsiasi azienda o individuo nello stato della Florida abbia mai goduto", ha detto DeSantis in una conferenza stampa tenutasi in una caserma dei pompieri a pochi minuti da Disney World. "Avevano esenzioni dalle leggi che tutti gli altri dovevano seguire. Sono stati in grado di ottenere enormi benefici senza pagare la loro giusta quota di tasse". "Come si fa a concedere a un parco a tema il proprio autogoverno e poi a trattare tutti gli altri parchi a tema in modo diverso?" ha aggiunto. "Crediamo che non sia stata una buona politica", ha sottolineato l'esponente repubblicano, ricordando che Walt Disney ha sede in California.

L'annuncio di DeSantis: "Fine delle esenzioni"

Il governatore repubblicano, papabile candidato alla Casa Bianca alle prossime elezioni presidenziali, ha spiegato Disney World sarà trattata come SeaWorld e altri parchi a tema dello Stato."La mia firma porrà fine anche all'esenzione della Disney dal codice edilizio della Florida e dal codice di prevenzione degli incendi della Florida. Porrà fine all'esenzione della Disney dalle revisioni e dall'approvazione delle normative statali", ha detto DeSantis in merito al disegno di legge, secondo quanto riferito da FoxNews. La nuova legge cambia il nome del distretto da Reedy Creek Improvement District a Central Florida Tourism Oversight District e lo sottopone a vari livelli di supervisione statale. I membri del consiglio erano precedentemente nominati tramite entità controllate da Disney.

Il processo di acquisizione del distretto da parte dello stato della Florida è iniziata lo scorso anno quando il gigante dell'intrattenimento, di fronte a forti pressioni (anche interne), si è pubblicamente opposto alla legge "Don't Say Gay", che vieta la propaganda gender ed Lgbtq nelle scuole materne. DeSantis e altri repubblicani hanno criticato la società per essersi schierata contro la legge della Florida, definendola un contenitore "woke", che fa propaganda progressista indottrinando le menti dei più piccoli.

DeSantis, il cui libro, "The Courage to be Free", uscirà martedì, si è mosso nelle ultime settimane per espandere la sua rete d'influenza politica attraverso raccolte di fondi e incontri con donatori, funzionari eletti e influencer conservatori, confermando così l'ipotesi dietro a una sua sempre più probabile candidatura alle elezioni presidenziali.

La guerra culturale del governatore

Fra la Disney e il governatore repubblicano della Florida, Ron DeSantis, è guerra aperta da mesi. A seguito della diatriba sulla legge "Don't say gay", DeSantis è passato al contrattacco. I legislatori della Florida hanno infatti votato lo scorso aprile per privare Walt Disney del suo speciale status di autogoverno nel mezzo di uno scontro politico tra l'azienda e il governatore. Lo status conferiva alla Disney il potere di imporre tasse, costruire strade e controllare i servizi pubblici sui terreni inerenti il suo parco a tema.

Come ricorda la Bbc, conosciuto come Reedy Creek Improvement District, il distretto speciale nacque a seguito di un accordo del 1967 tra lo stato e la Walt Disney Company.

Questo suo status speciale ha consentito alla società di operare come un vero e proprio governo municipale, con un suo consiglio di vigilanza: ciò significa che il colosso avrebbe potuto persino costruire il proprio aeroporto o una centrale nucleare, se lo avesse voluto. Ora quel regime di autogoverno è finito per sempre, mentre Ron DeSantis mette le basi per la sua candidatura alle prossime elezioni presidenziali. Con buona pace di Topolino e Minni.

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