(Astana) Il dramma traluce ancora dagli occhi di Joel Adler, rappresentante dei rabbini aschenaziti di Israele. Ha raggiunto la capitale del Kazakistan per il ventesimo congresso mondiale dei leader religiosi mentre la sua terra veniva messa a ferro e fuoco dai terroristi di Hamas. Lasciarla non è stato facile, ma raccontare al mondo ciò che sta accadendo, afferma il rabbino, è fondamentale perché Israele non può essere lasciato solo mentre affronta una delle più grandi sfide dal 1948.
Ed è per questo che, quando gli chiediamo un’intervista, Adler chiede di poter parlare, più che di fede, di ciò che sta accadendo nello Stato ebraico. “Sono venuto qui da Gerusalemme, una città il cui nome include “Salem”, “shalom”, “pace”. Permettetemi quindi di raccontarvi la mia esperienza durante gli ultimi giorni. Prima di tutto, però, desidero rivolgere il mio pensiero alle famiglie che si sono viste distruggerei il proprio futuro. Tutta questa violenza mi ha spezzato il cuore”.
Il volto del rabbino si fa cupo, come se gli tornassero alla mente le immagini dei massacri di Hamas. I baffi e le bianche ciglia si flettono: “Sabato scorso, Gerusalemme è stata svegliata dai missili lanciati dai terroristi. È stata una vera e propria tragedia e, me lo lasci dire, ciò che i miei fratelli hanno provato sulla loro pelle non è nient’altro che un crimine antisemita e terrorista”. Il rabbino si sforza di ricordare e di raccontare. Ci chiede di immedesimarci “in quelle donne rapite e fortunosamente sopravvissute. Nei giovani che stavano ballando spensierati e che sono stati ammazzati o deportati”. Che cosa avranno visto? Che cosa avranno subito? Immaginarlo è impossibile se pensiamo ai bambini e ai neonati decapitati dai terroristi. Adler prosegue, cercando di farsi sentire sempre di più: “Hamas ha diffuso tutti suoi crimini bestiali sui social network. I corpi dei nostri civili, ammazzati e affogati nel sangue, sono stati lasciati per ore sul ciglio delle strade. Li hanno uccisi solo perché ebrei”.
Il rabbino non ha paura di chiamare le cose con il loro nome e, dopo aver fatto una piccola pausa per prendere il fiato, denuncia a gran voce: “Tutte le atrocità sono state commesse da terroristi che, mentre ammazzavano, urlavano ‘Allah Akbar’; che dissacravano il nome di Dio”. Che si comportavano come i jihadisti dello Stato islamico, starnazzando il nome di un Dio in cui forse credono, ma che certamente non crede in loro. “Nessuna religione si comporta così. Praticare crudeltà simili nel nome di Dio è terribile. Vi prego: unitevi a me, unitevi a Israele, nel condannare queste cose terribili”. Infine l’argomento per il quale il rabbino Adler è qui. Anche se lo lascia in fondo, per terminare la nostra conversazione non nella paura ma nella speranza: “L’uomo è stato creato a immagine di Dio.
Dobbiamo imitarlo nella sua bontà. Anche il silenzio di fronte alla violenza è una forma di crudeltà. Spero che l’antisemitismo venga eliminato dalla faccia della terra perché noi ebrei abbiamo sofferto troppo nella nostra storia”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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