Donald Trump verrà rilasciato dopo aver pagato 200mila dollari di cauzione. Gli avvocati dell’ex presidente Usa hanno concordato con la procura di Fulton County, ad Atlanta, in Georgia, i termini del rilascio previsto giovedì 24 agosto. Quel giorno il leader del Partito repubblicano dovrà consegnarsi alle autorità dello Stato, dov’è imputato per associazione a delinquere e altri 12 capi d’accusa insieme a 18 persone, e sarà sottoposto alla stessa prassi giudiziaria già vista a New York, Washington e in Florida, gli Stati in cui è già stato incriminato: l’arresto. Stavolta però Pat Labat, lo sceriffo della contea di Fulton, ha promesso che oltre alla registrazione delle impronte digitali verrà diffuso il cosiddetto mugshot, la foto segnaletica inviata a tutti i distretti di polizia. I legali Jennifer Little, Drew Finding e Marissa Goldberg, che rappresentano Trump, hanno convinto la procura di Fulton a concedere la cauzione, calcolata in base alla gravità del reato.
Le condizioni dell'arresto
Per la violazione del Rico Act, la severissima legge anti-racket della Georgia, il giudice che sta gestendo il procedimento penale Scott McAfee ha fissato la cauzione a 80mila dollari, mentre per gli altri 12 crimini contestati si parte da 10mila dollari ciascuno. In totale, dunque, 200mila dollari da presentare in contanti, assicurazione o attraverso il programma di pagamento agevolato offerto dalla prigione di Fulton County.
Il magnate newyorkese, da qualche anno ormai residente a Mar-a-Lago in Florida, ha l’obbligo di recarsi alla Fulton County Jail entro il 25 agosto. Questo penitenziario è noto nelle cronache statunitensi per essere una delle carceri più dure di tutto il Paese. Lo scorso anno un afroamericano di nome Lashawn Thompson è stato trovato morto divorato dagli insetti all’interno della sua cella. Trump sembra comunque pronto all’ennesimo scontro con la giustizia americana. In un messaggio pubblicato sul suo social Truth, l’ex presidente ha scritto: “Giovedì andrò ad Atlanta, in Georgia, dove sarò ARRESTATO”. Una comunicazione stranamente più breve di quelle precedenti, ma forse c’è un motivo. Il giudice McAfee infatti ha stabilito che Trump “non potrà compiere alcun atto di intimidazione verso persone, testimoni, vittime o altri imputati” e inoltre ha vietato al tycoon l’utilizzo dei social per parlare dell’inchiesta.
Trump e il primo dibattito presidenziale (a cui non parteciperà)
Nel frattempo il Partito repubblicano si prepara al primo dibattito presidenziale organizzato da Fox News mercoledì 23 agosto e che vedrà salire sul palco di Milwaukee il governatore della Florida Ron DeSantis, l’ex governatore del New Jersey Chris Christie, l’ex vicepresidente Mike Pence, l’imprenditore Vivek Ramaswamy, l’ex ambasciatrice Usa all’Onu Nikki Haley, il senatore della South Carolina Tim Scott, il governatore del North Dakota Doug Burgum e infine l’ex governatore dell’Arkansas Asa Hutchinson. Il grande assente della serata sarà proprio l’ex presidente, che ha annunciato di voler disertare l’evento (e forse anche quelli futuri) poiché, a detta sua, “il popolo sa chi è lui e quanto successo ha avuto la sua presidenza”.
Un sondaggio condotto dall’autorevole Des Moines Register sui caucus in Iowa del 15 gennaio 2024, primo appuntamento nel calendario delle primarie Gop, ha rilevato un divario di ben 23 punti tra Donald Trump (42%) e la seconda scelta dietro di lui, Ron DeSantis (19%). Il vantaggio appare quasi irrecuperabile.
I processi contro l’ex presidente tuttavia rischiano di ribaltare la situazione: come mostrano altre indagini sulle intenzioni di voto, l’ipotesi di un candidato o, peggio, un presidente in prigione non è un compromesso a cui l’opinione pubblica statunitense sembra disposta a scendere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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