
Mentre le relazioni degli Stati Uniti con l’Ucraina continuano la discesa verso il basso dopo lo scontro alla Casa Bianca senza precedenti tra i leader dei due Paesi, quelle con la Russia procedono invece spedite in direzione opposta. Infatti, nelle stesse ore in cui il presidente americano ordina la sospensione immediata degli aiuti militari a Kiev, si apprende che l’amministrazione repubblicana starebbe predisponendo un piano per alleggerire le sanzioni in vigore contro Mosca.
A darne conto è l'agenzia Reuters che cita un paio di fonti secondo le quali Trump ha chiesto ai dipartimenti di Stato e del Tesoro di preparare una lista di misure punitive che potrebbero essere allentate. Il documento allo studio, riporta l'agenzia britannica, dovrebbe essere oggetto di discussione con i rappresentanti russi “nei prossimi giorni” nell’ambito dei colloqui avviati per migliorare le relazioni diplomatiche ed economiche tra le due superpotenze dopo tre anni di gelo assoluto. In precedenza il tema dell’alleggerimento delle sanzioni era stato evocato dal segretario al Tesoro Scott Bessent in un’intervista a Bloomberg e dallo stesso presidente Usa due giorni prima del collasso del vertice con Zelensky nello Studio Ovale.
Ad essere oggetto di revisione non sarebbero solo le sanzioni contro enti specifici ma anche quelle contro individui, tra cui alcuni oligarchi russi. In questa fase non è chiaro cosa Washington intenda chiedere in cambio ma Reuters menziona la possibilità di una "Iran connection” nella spregiudicata mossa diplomatica di The Donald: il leader Usa sarebbe interessato ad alleggerire le misure in vigore nei confronti del sistema energetico russo per bilanciare gli effetti inflazionistici che dovrebbero derivare dalla probabile adozione di severi provvedimenti da parte degli Stati Uniti contro il settore petrolifero iraniano.
Per cominciare il processo di allentamento di alcune sanzioni, Trump potrebbe ricorrere all'emissione di un ordine esecutivo. Secondo John Smith, ex capo dell’Ufficio per il controllo dei beni esteri del dipartimento del Tesoro, il commander in chief avrebbe però bisogno anche dell’approvazione da parte del Congresso per revocare alcune misure. In tal caso le maggioranze risicate di cui i repubblicani dispongono a Capitol Hill potrebbero rappresentare un limite non da poco per la Casa Bianca.
Lo scongelamento delle relazioni tra Usa e Russia ha subito un'accelerazione dopo che Trump, il 12 febbraio, ha confermato di aver sentito al telefono Putin aprendo la strada a colloqui per la fine del conflitto in Ucraina. Da allora le delegazioni americane e della Federazione si sono incontrare a Riad e a Istanbul generando malumori per l’esclusione dal dialogo di ucraini ed europei.
Intanto, subito dopo la decisione di sospendere gli aiuti militari all’Ucraina, il segretario di Stato Usa Marco Rubio ha dichiarato che "il presidente Trump è l'unico leader al mondo in questo momento che ha anche solo una possibilità di porre fine in modo duraturo alla guerra" aggiungendo che "vogliamo portare i russi al tavolo delle trattative". Gli ha fatto eco il numero due della Casa Bianca J.D. Vance che ha affermato che "alla fine" Zelensky accetterà di discutere di pace con la Russia.
Lo stop alle forniture belliche approvato nelle ultime ore sembra dunque configurarsi come lo strumento di pressione massima scelto dal tycoon per piegare il presidente ucraino. Al momento non si conosce però ancora quale leva negoziale Washington stia usando con la Federazione per arrivare alla fine del conflitto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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