Si è chiusa la votazione in Argentina per il ballottaggio delle presidenziali in cui si sfidano il ministro dell’Economia uscente, il peronista Sergio Massa, e l’ultraliberista Javier “El loco” Milei, leader del partito La Libertad Avanza. L’esito del voto odierno è cruciale per il Paese sudamericano alle prese con un crescente tasso di povertà della popolazione (circa 40%) e un’inflazione che ha raggiunto il 138%. Sono 35 milioni gli elettori chiamati ad esprimere la loro preferenza. Alle 18.00 locali (22.00 italiane), orario della chiusura dei seggi, si è registrata un'affluenza del 76%. La cifra dovrebbe aumentare leggermente una volta che tutti i votanti ancora in fila, che per legge hanno ancora diritto a esprimere la loro preferenza, avranno segnato la loro scelta sulle schede. Secondo i primi dati non ufficiali in possesso del partito di centrodestra, rimasto escluso dal ballottaggio, Milei sarebbe in vantaggio con il 53% dei voti, contro il 47% di Massa.
Al primo turno, il candidato di Union por la Patria ha ottenuto il 36,8% dei voti contro il 30% di El loco che, però, a questa seconda tornata può contare sull’appoggio dell’ex candidata Patricia Bullrich e del suo partito di centrodestra, Juntos por el cambio. La distanza che separa i due sfidanti è comunque minima. L’ultimo sondaggio di Statista assegna a Milei il 48,6% dei voti e a Massa il 44,6%. Determinanti saranno gli indecisi, a cui i candidati si sono spesso rivolti durante il loro ultimo duello televisivo. “Votate senza paura, perché la paura paralizza, e se vi paralizzate giova allo status quo, quello che ci impoverisce”, ha tuonato l’economista 53enne di estrema destra, invitando tutti ad abbandonare “questa casta politica ladra, corrotta e parassitaria”.
Dal canto suo, il ministro uscente ha duramente criticato le proposte più radicali dell’avversario, soprattutto per quanto riguarda la riduzione della spesa pubblica, i tagli ai sussidi, le privatizzazioni selvagge e la dollarizzazione dell’economia. Massa ha preso di mira anche la personalità “aggressiva” che ha reso famoso Milei, a cui però mancherebbero “capacità, calma, connessione con la realtà ed equilibrio mentale”.
Dal punto di vista dei programmi, i due candidati hanno posizioni diametralmente opposte. Il ministro peronista rappresenta la continuità e l’establishment politico argentino, con annessa la politica di sussidi statali tipica del Paese e il suo tradizionale posizionamento internazionale. El loco, invece, si erge a simbolo della rottura con la “casta”. Ai suoi comizi, dove spesso si è presentato brandendo una motosega, ha dichiarato di voler ridurre lo Stato al minimo, con la cancellazione di tutti i sussidi e la soppressione di ministeri, liberalizzare la vendita di armi, revocare la legge sull’aborto, depenalizzare il commercio di organi e impedire l’ingresso agli stranieri con precedente penali. Dal punto di vista delle relazioni internazionali, Milei ha affermato di voler rompere i rapporti con Cina e Brasile, partner storici dell’Argentina, perché “non rispettano la pace e le libertà individuali”.
Nel prevedibile testa-a-testa di oggi, Sergio Massa può contare su una vera e propria “macchina da guerra politica”, visto il radicamento del suo partito nel Paese.
Il malcontento della popolazione, però, è tale che secondo molti analisti Milei potrebbe avere una possibilità. Anche nel caso in cui dovesse vincere, però, il suo governo sarebbe molto limitato dal parlamento, in mano ai peronisti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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