A colloquio con i marziani sulla montagna di Avila. Questo succede in Venezuela. Lo ha affermato lo stesso presidente Maduro: «Un mio amico incontrava gli extraterrestri a Waraira Repano e una addirittura parlava nella loro lingua: mlnmslr. Veramente!». Perché non gli importa che si parli bene o male di lui, solo che se ne parli. Mentre Edmundo Gonzalez Urrutia si incontra con i governanti in Spagna per tenere alta l'attenzione del mondo sulla crisi venezuelana, Maduro persevera in comizi iperbolici, alterando la realtà. Più per eccesso che per difetto, con una diffidenza che monta di ora in ora verso quel suo cerchio, sempre meno magico. A cominciare dal fiscale generale, il procuratore della Repubblica bolivariana di Venezuela, Tarek William Saab, il persecutore in nome della tirannia, come lo definiscono da queste parti, accusato di essersi fatto ridicolizzare in televisione da Fernando Del Rincon. E ridicolo ieri il fiscale è apparso davvero, con le air-pods messe al contrario, incalzato dal giornalista che più volte lo ha messo in imbarazzo.
Gli stessi gregari più fidati del presidente iniziano ad abbandonarlo. Come ha fatto Elvis Amoroso, il presidente del Consiglio Nazionale elettorale, che ha proclamato la rielezione del presidente in carica la notte del 28 luglio. Sparito ora dall'orizzonte politico venezuelano, con tutta la famiglia. Prima dato per arrestato a Miraflores, poi trasferito in Argentina per essere estradato negli Stati Uniti. Un itinerario che voci sempre più insistenti da questa parte dell'Oceano da ultimo danno ora pronto anche per lo stesso Maduro. Con una tempistica precisa. Da qui, al massimo alla chiusura della 79° sessione della Assemblea generale dell'ONU, prevista al Palazzo di Vetro di New York, il prossimo 24 settembre. E un segnale è arrivato in questo senso ieri, proprio dalla Casa Bianca, che sembra essersi svegliata dal letargo in cui era caduta sull'affaire Venezuela. «Non possiamo rimanercene con le braccia incrociate mentre Maduro e i suoi rappresentanti commettono dichiaratamente una palese frode elettorale, con una repressione sempre più violenta contro un popolo inerme» ha dichiarato Karine Jean-Pierre, portavoce di Biden. Per ora, la reazione è consistita in sanzioni del Dipartimento del Tesoro contro sedici funzionari affiliati al presidente venezuelano e altre restrizioni del Dipartimento di Stato sui visti di «un numero significativo» di funzionari. Per ora.
Perché salgono e scendono molto rapidamente da ultimo le quotazioni del presidente Maduro da queste parti del Caribe. In attesa di vedere se quelle iperboli che lo appassionano si trasformino presto nella sua parabola.*Sociologo dei fenomeni politici e giuridici
Università LUMSA
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