"Voteremo la sfiducia": Le Pen e Melenchon condannano il governo Barnier

Il governo Barnier potrebbe vedere la fine entro due giorni. Ad esasperare il dibattito politico, la legge di bilancio e il finanziamento della sicurezza sociale

"Voteremo la sfiducia": Le Pen e Melenchon condannano il governo Barnier
00:00 00:00

Vento di burrasca in quel di Parigi. Il Rassemblement National ha annunciato che voterà la sfiducia al governo Barnier "a meno di un miracolo dell'ultimo minuto". Il presidente del partito Jordan Bardella, delfino di Marine Le Pen, rincara la dose ribadendo che "ci sono poche speranze che Michel Barnier verrà toccato dalla grazia". Adesso, ha inizio il conto alla rovescia verso mercoledì per la votazione della motion de censure. Poi, potrebbe già chiudersi la (mini) era Barnier.

Il presidente francese Emmanuel Macron "ha detto più volte che vuole la stabilità" per la Francia, ma allo stesso tempo è consapevole del fatto che il destinto del primo ministro Michel Barnier "è nelle mani dell'Assemblea nazionale". Lo hanno dichiarato all'emittente Bfmtv fonti vicine a Macron.

Il nodo della legge di bilancio

A esacerbare gli animi di una legislatura già partita zoppa è stata la legge di bilancio. L'Assemblea nazionale francese, questo pomeriggio, sta discutendo il disegno di legge sul finanziamento della sicurezza sociale. Secondo Bardella il bilancio presentato sarebbe "punitivo", reo di rallentare drasticamente l'attività economica del Paese, indebolire il potere d'acquisto dei cittadini francesi, soprattutto dei più fragili, accelerando sulla riduzione dei rimborsi per i medicinali. Rn ha provato fino all'ultimo a proporre delle misure economiche di "buon senso" nel bilancio, ma il ministro Saint-Martin ha poi scelto di non voler più modificare nulla. "Di conseguenza, visto che Michel Barnier persegue la politica di Emmanuel Macron, il Rassemblement National censurerà ovviamente il governo", ha aggiunto Bardella. La prima occasione utile per la sfiducia sarà oggi alle 15, in occasione della discussione parlamentare per il progetto di legge finanziaria sulla sicurezza sociale.

A nulla sono valse le aperture del premier, come sull'eliminazione di un aumento delle tasse sull'elettricità. Tantomeno l'assicurazione, durante una telefonata con Le Pen, che il governo si impegnerà a non sospendere i rimborsi di alcuni medicinali nel 2025, come richiesto dal Rassemblement National per evitare che votasse la sfiducia.

L'escamotage dell'articolo 49.3

Il governo del premier Barnier, non avendo la maggioranza nell'Assemblea, potrebbe ricorrere all'articolo 49.3 della Costituzione per approvare il testo senza votazione. In questa eventualità, l'Rn aveva fatto sapere che voterà la mozione di censura che la gauche aveva già promesso. Se entrambi gli schieramenti votassero la mozione di sfiducia il governo cadrebbe. "Lo scorso giugno i francesi volevano voltare pagina con Emmanuel Macron. Non c'è via d'uscita per un governo che ricuce il filo con il macronismo, che rifiuta di prendere in considerazione l'emergenza sociale della fine del mese e che ignora la necessità di rilanciare la crescita. Il Rassemblement national voterà per la censura", ha tuonato lapidario Bardella dal suo profilo X.

La France insoumise ha presentato una mozione di sfiducia a nome del Nuovo Fronte Popolare, cofirmata da tutti i gruppi dell'alleanza di sinistra. "Tutte le manovre per salvare il governo Barnier sono fallite. Cadrà. E Macron, che è l'unico responsabile della crisi finanziaria e politica, deve andarsene per ridare parola ai voti dei francesi", questo l'affondo del leader Jean-Luc Mélenchon.

I numeri all'Assemblea nazionale

Il Primo Ministro ha sottolineato il desiderio dei francesi di “stabilità” e “visibilità”. “Ora è il momento della verità che mette ciascuno di fronte alle proprie responsabilità”, ha continuato. La somma di tutti i voti del Rn e di quelli della coalizione di sinistra dovrebbe matematicamente bastare per censurare il governo. Permangono però elementi di incertezza poiché ogni deputato resta libero di votare. La maggioranza assoluta necessaria per rovesciare il governo Barnier è fissata a 288 voti, poiché su 577 due seggi sono vacanti. I lepenisti dispongono di 124 deputati, a cui aggiungere i 16 repubblicani dell'ala di Eric Ciotti; la coalizione del Nfp arriva a 192.

Il totale è 332 voti, di gran lunga superiore a quelli necessari per la maggioranza semplice. Quella nei confronti di Barnier sarebbe la prima mozione di censura di un governo a essere approvata dai tempi di Georges Pompidou nel 1962.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica