L'idea Ue per un'area Sar tunisina: a cosa serve e cosa può cambiare

Fonti diplomatiche da Bruxelles hanno fatto sapere che si sta dialogando con Tunisi per prevedere l'istituzione di un'area Sar gestita dalle autorità tunisine

L'idea Ue per un'area Sar tunisina: a cosa serve e cosa può cambiare
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C'è un dettaglio, in questi mesi caratterizzati dalla grave emergenza migratoria e dalle contrattazioni con Tunisi, che forse è sfuggito ai più. La Tunisia infatti non possiede al momento una propria area Sar. Ossia un'area di ricerca e messa in sicurezza, lì dove propri mezzi e propri uomini possono andare a operare sotto stretto coordinamento per operazioni di salvataggio dei natanti. Un elemento che potrebbe risultare decisivo nel contrasto a nuove partenze dal nord Africa. Per questo, così come riferito a diversi media europei da alcune fonti diplomatiche, l'Ue sta lavorando per un accordo in grado di garantire alla Tunisia l'istituzione dell'area Sar.

Il piano di Bruxelles per l'area Sar tunisina

A livello internazionale, le aree Sar sono state istituite con la convenzione di Amburgo del 1979. Ma non tutti gli Stati hanno ratificato il documento, né tanto meno hanno reso operative le rispettive zone di ricerca e soccorse. Zone che non necessariamente devono coincidere con i confini delle proprie acque territoriali o con le Zee (Zone Economiche Esclusive).

La Tunisia è tra quei Paesi al momento non dotata di una propria area Sar. Secondo alcuni funzionari dell'Ue, l'istituzione da parte di Tunisi dell'area di ricerca e soccorso potrebbe portare a una prima potenziale svolta nel contrasto all'immigrazione irregolare. Le autorità locali infatti avrebbero la possibilità e la legittimità di operare in proprie aree, andando quindi a intervenire direttamente per salvare e ricondurre in porto i natanti spediti in mare dai trafficanti.

La volontà di Bruxelles sarebbe quella di fornire alla Tunisia tutti gli strumenti economici e politici per poter procedere all'istituzione di una propria area Sar. In particolare, l'Ue starebbe valutando gli aiuti economici da fornire al governo di Tunisi così come anche gli aiuti relativi a nuovi mezzi per le forze armate locali. Non solo, ma nel piano potrebbe essere inclusa la formazione degli agenti tunisini. L'obiettivo quindi è rendere autonoma la guardia costiera tunisina nell'operare in mare, all'interno di una propria zona di competenza.

Nuovi accordi in vista del memorandum Tunisi-Ue

Il dialogo sarebbe già ben avviato. Del resto, la Tunisia e l'Unione Europea si apprestano a sottoscrivere un memorandum sull'immigrazione e le rispettive diplomazie sono in un'avviata fase di contrattazione. Tra giugno e luglio, per ben due volte il presidente del consiglio Giorgia Meloni ha accompagnato a Tunisi il presidente della commissione europea, Ursula Von Der Leyen.

Visite in cui sono state poste le basi per un dialogo tra le parti volto a ridimensionare la portata dei flussi migratori.

Obiettivo al momento non riuscito: gli sbarchi sono infatti aumentati e il presidente tunisino Kais Saied sembra voler contrattare, assieme agli accordi sui migranti, anche finanziamenti per salvare le casse del Paese sempre più al collasso e sempre più bisognose di liquidità. L'accordo sull'area Sar potrebbe quindi essere inserito nell'ambito del memorandum tra le due sponde del Mediterraneo.

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