Altro che Ue, la Rackete pensa agli indigeni colombiani

Sono tanti i temi di cui il nuovo Parlamento Europeo dovrà occuparsi nell'immediato. Ma Carola Rackete, appena catapultata a Bruxelles, sembra avere altre priorità

Altro che Ue, la Rackete pensa agli indigeni colombiani
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Le politiche economiche e comunitarie, l'inflazione, i venti di guerra che ancora minacciano il Vecchio Continente. I tassi di occupazione da monitorare, il diritto alla salute, la realizzazione di infrastrutture strategiche, l'emergere di nuove superpotenze destinate a rimodulare gli equilibri geopolitici. Sono tanti i temi di cui il nuovo Parlamento Europeo dovrà occuparsi nell'immediato: tutti egualmente importanti e con ripercussioni dirette sulla vita dei cittadini. La nuova europarlamentare Carola Rackete, eletta nelle liste dell'ultrasinistra tedesca e già catapultata a Bruxelles, sembra però avere altre impellenti preoccupazioni. Altre priorità.

Nei primissimi giorni al Parlamento Europeo, prima ancora di entrare in Aula e nel merito delle questioni più decisive per l'Unione europea, l'ex capitana della Sea Watch 3 si è occupata - attenzione, attenzione - degli indigeni colombiani. E i cittadini europei? Probabilmente possono attendere, chissà. "Abbiamo ricevuto al Parlamento Europeo il maggiore Consiglio Indigeno Regionale del Cauca, leader indigeno dei Nasa e fondatore del Consiglio Indigeno Regionale del Cauca, che denuncia violenze estreme nei territori di Cauca, Colombia", ha scritto Rackete in un post sulla piattaforma X, accompagnando il messaggio con una foto che la ritrae assieme allo storico rappresentante del popolo indigeno.

Poi, l'appello al presidente della Repubblica colombiana: "Inviamo un messaggio al presidente Gustavo Petro sull'urgenza dei meccanismi di protezione e dell'attuazione degli accordi di pace per proteggere la vita, e quindi raggiungere veramente la #PazTotal". Ora, nessuno nega che la situazione in Colombia meriti attenzione e che i diritti degli indigeni abbiano una loro importanza specifica. Ci mancherebbe. Ma è abbastanza curioso che, come primissimo gesto, un'europarlamentare appena eletta decida di rivolgere le proprie attenzioni a un Paese sudamericano e non già alle vicissitudini del Vecchio Continente (alle quali dovrebbe dedicarsi, stando alle regole di ingaggio a Bruxelles).

Mentre l'Europa e i suoi cittadini guardano in una

direzione (il recente voto ha fatto capire quale), Carola Rackete sembra guardare da tutt'altra parte. Distratta da ben altri motivi d'interesse, votata a una causa che di europeo - in senso stretto - ha davvero poco o niente.

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