De Gasperi e Zelensky: la damnatio memoriae

Le radici storiche ignote ad alcuni falsi pacifisti: quando De Gasperi scrisse a Truman

De Gasperi e Zelensky: la damnatio memoriae
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Non soltanto in Italia c'è purtroppo più d'uno che vorrebbe la resa incondizionata dell'Ucraina, il coro dei filo Putin mascherati da pacifisti si arricchisce di nuove voci critiche sul fatto che l'Ucraina possa provare a difendersi colpendo il nemico invasore anche fuori dai propri confini in territorio russo. Questi signori detestano sicuramente Zelensky, ma soprattutto l'America che, un attimo prima dell'Unione Europea, ha dato il suo via libera a questa nuova fase della guerra «rischiando così di allargare - sostengono - il conflitto in atto». Già, l'America causa di tutti i mali passati presenti e futuri, e noi poveri stupidi e vili lì a farle da camerieri. La maggior parte di queste persone non solo non conosce l'America se non per essersi al massimo seduta un paio d'ore in qualche ristorante di New York, ma neppure sa della nostra storia. È banale ricordare che la richiesta di aiuti militari ed economici dell'Ucraina all'America e all'Occidente è identica a quella che l'Italia non fascista fece prima per liberarsi dal nazifascismo, poi per rimettersi in piedi senza finire nelle mani della Russia di Stalin che già volava come un avvoltoio sopra l'Italia via Pci. A tal proposito la lettera che nel 1947 Alcide De Gasperi, capo del nostro primo governo provvisorio dopo la liberazione, scrisse al presidente americano Truman sarebbe da leggere oggi nelle scuole: «In un momento di gravi difficoltà mi rivolgo a voi di cui conosco la particolare benevolenza per l'Italia Il mio Paese attraversa una difficoltà profonda, cercheremo con ogni mezzo di aiutarci da noi ma è troppo evidente che le nostre forze non bastano Vi prego di istruire un organo che studi che cosa si possa fare e come ci si possa prestare aiuto». Quegli, oggi «maledetti», americani ci ascoltarono. Arrivarono in Italia in un colpo solo 1.204 miliardi di dollari (il famoso Pnrr europeo sono 200 di oggi e per lo più a prestito) con i quali l'Italia si salvò dalla rovina e dall'egemonia comunista.

Abbiamo costruito anche scuole e università nelle quali evidentemente abbiamo insegnato ai nostri ragazzi a odiare l'Occidente libero, civile e generoso, da lì è uscito pure l'attuale ministro della Difesa Guido Crosetto scettico sulla libertà dell'Ucraina di difendersi come meglio crede. «Damnatio memoriae» dicevano i latini.

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