Elena Basile, chi è l'ex ambasciatrice che attacca Israele

In pensione dallo scorso giugno, ora la diplomatica si dedica alla scrittura e alla politica internazionale, ma non mancano le polemiche per alcune sue recenti dichiarazioni in tv su Hamas e sulla guerra a Israele

Elena Basile, chi è l'ex ambasciatrice che attacca Israele

In questi ultimissimi due giorni ha fatto parlare molto di sé e la sensazione è che continuerà a fare discutere. Dopo gli attentati terroristici da parte di Hamas nei confronti di Israele, le opinioni dell'ex "ambasciatrice" Elena Basile hanno fatto storcere parecchio il naso a molti osservatori con già un paio di ospitate in televisione nello studio di Otto e mezzo e, a breve, anche in quello di Piazzapulita, sempre su La7. Dalla Gruber ha definito "pochissimi" gli ostaggi americani sotto lo scacco di Hamas perché hanno a suo dire un peso diverso negli scambi. Un'affermazione che ha mandato su tutte le furie il solitamente mite Aldo Cazzullo, ospite anche lui della trasmissione. Due giorni prima invece, sempre a Otto e Mezzo, la Basile aveva implorato di smetterla "di descrivere le democrazie occidentali come un giardino di fiori e di rose", scatenando in quel caso la reazione di Beppe Sevegnini.

Il comunicato del sindacato dei diplomatici

Tutte esternazioni che sono piaciute per niente al Sndmae, il sindacato rappresentativo dei diplomatici italiani. In una nota, pur nel rispetto delle libere opinioni di ognuno, ha infatti stigmatizzato "dichiarazioni ed interventi pubblici che gettano un'ombra sulla fedeltà ai valori repubblicani dei membri della carriera stessa, come quelle pronunciate dalla collega, ormai a riposo, Elena Basile, comunque mai iscritta al sindacato e mai pervenuta al grado apicale della carriera, come un utilizzo improprio del titolo di ambasciatrice farebbe presumere". Infatti arriva una puntualizzazione piuttosto importante a tal proposito: "La dottoressa Basile [...] non è mai stata promossa al grado di ambasciatrice. Non si tratta di una mera distinzione formale - è stata la specifica del Sndmae - ma di una corretta informazione del pubblico, dal momento in cui l'appellativo di ambasciatore/ambasciatrice incide direttamente sulla percezione dell'autorevolezza dell'interlocutrice". Il sindacato ha ricordato che "sono più di cento i diplomatici italiani che rappresentano l'Italia nel mondo come capi missione con rigore e decoro, al servizio del Paese e dei suoi cittadini". Il comunicato si apriva esprimendo "la solidarietà e vicinanza di tutta la carriera diplomatica al popolo e allo Stato di Israele per il brutale attacco terroristico di sabato 7 ottobre. Uguali sentimenti sono rivolti a tutti i Paesi che, come l'Italia, hanno connazionali ricompresi nel novero dei rapiti dai terroristi di Hamas, senza distinzione alcuna".

Molti già l'hanno soprannominata la "nuova Alessandro Orsini", in riferimento professore che nei mesi scorsi ha tenuto banco in tv nella contro-narrazione della guerra in Ucraina. Entrambi, poi, hanno scritto diversi editoriali sulle due guerre sul Fatto Quotidiano. Ma quali incarichi politico-istituzionali ha ricoperto nella sua carriera Elena Basile? E come mai viene così tanto interpellata in tv?

Le origini napoletane

64 anni, Elena Basile è un'ambasciatrice (termine, per l'appunto, improprio) ormai in pensione. Di origini campane, essendo nata a Napoli il 26 dicembre del 1959. Fin dalla sua adolescenza ha sempre covato in sé la passione per le lingue straniere, i viaggi e la cultura internazionale. E così, dopo il diploma, decide di iscriversi all'università L'Orientale: Elena Basile si laurea presto in Scienze politiche con indirizzo Internazionale e lascia così la sua città natale. Proprio sulle sue origini napoletane la futura diplomatica ha sempre dichiarato di non potersi descrivere una tipica "verace" del Sud e, allo stesso tempo, di avere riscoperto l'umanità della sua città e del Meridione in generale solo dopo aver vissuto in paesi nordici.

L'editorialista de Il Fatto Quotidiano si è sempre definita una donna idealista e a difesa dei diritti delle donne e, come riportato dal portale Il mio libro - in una biografia a corredo dei suoi scritti - Elena Basile ha avuto un marito da cui ha poi divorziato e un figlio. Il matrimonio risale agli inizi della sua carriera, poco prima del suo trasferimento a Stoccolma. Proprio per questa sua forte causa femminista, che ha sempre ritenuto molto importante nello svolgimento della propria carriera, la donna di origine napoletana ha sempre preteso di farsi chiamare espressamente "Ambasciatrice", titolo che invece veniva riservato soltanto alla moglie dell'Ambasciatore. Ecco, dunque, il suo percorso professionale.

La carriera di Elena Basile

Elena Basile comincia ad avere esperienze professionali all'estero nei primissimi anni 2000. Il suo primo ruolo istituzionale è in Madagascar, più precisamente ad Antananarivo, come vicesegretaria per il ministero degli Esteri. Successivamente è la volta di Budapest e di Lisbona dove ricopre l'incarico di consigliera e Prima consigliera. Al termine dell'esperienza canadese presso la sede di Toronto, Basile diventa ambasciatrice nel 2013 a Stoccolma, in Svezia dal 2013 al 2017, e poi continua la propria attività a Bruxelles, in Belgio (dal 2017 al 2021), dove svolgerà il suo ultimo incarico. Grazie alle sue prestazioni professionali è stata insignita anche di un importante riconoscimento: ovvero l'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Elena Basile oggi è in pensione - esattamente da giugno 2023 - e attualmente vive a Roma. I suoi interventi pubblici in televisione vengono giustificati proprio dalla sua lunga esperienza in ambito internazionale.

A fianco della sua opera diplomatica all'estero, ha unito anche la propria passione per la scrittura. Non è un caso se, sul suo profilo Linkedin, si legge: "Scrittrice di narrativa e commentatrice di politica Internazionale". Su quello Facebook aggiunge pure "creator digitale". Elena Basile ha infatti pubblicato diversi libri: il più celebre è il romanzo "In famiglia". Hanno però avuto un discreto successo anche "Miraggi", distribuito anche in lingua francese e venduto soprattutto in Belgio, e "Una vita altrove", del 2014, con il quale è diventata finalista al Premio Roma. Oggi, nel suo ruolo di scrittrice e saggista,scrive periodicamente Il Fatto Quotidiano, dove aveva iniziato a firmare i propri articoli utilizzando un curioso pseudonimo: Ipazia. Il nome è stato poi messo da parte per dare spazio alla sua firma originale.

Fece soprattutto molto scalpore - poiché considerato dai più smaccatamente filorusso - il suo articolo intitolato La posizione di Kiev mette a rischio tutti gli ucraini dove indicava come colpevole il governo di Volodymyr Zelensky per "aver mandato a morte 250mila giovanissimi (arrotondo per difetto) e sta per farne massacrare altri assecondando la volontà della Nato". Tra le curiosità che si possono riscontrare su di lei, c'è quella legata al motivo dell'avvicinamento al mondo della scrittura: lo fece soprattutto per solitudine. Questo perché, cambiando sempre abitudini e luoghi dove potere lavorare (e soprattutto vivere lontana dagli affetti a causa del suo lavoro) non riusciva mai a legarsi e si sentiva spesso sola.

In un'intervista rilasciata a Il Riformista dell'aprile del 2022 aveva sostenuto che "la scrittura che deve essere innanzitutto libera. Nel momento storico ed esistenziale che viviamo credo che le donne siano protagoniste".

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