(Nostro inviato a Rio de Janeiro) Sono da poco passate le 23.30 di lunedì quando sul lungomare della celebre spiaggia di Ipanema - all’altezza della Escola de futevolei Coqueirao - spunta Emmanuel Macron a passeggio con la moglie Brigitte. Il paseo è ormai quasi deserto, se non per le quattro guardie del corpo che accompagnano il presidente francese che si concede un po' di relax al termine della prima giornata del G20 di Rio de Janeiro.
Un summit insolito sotto molti punti di vista, a partire dal passaggio di consegne in corso alla Casa Bianca che, di fatto, congela uno dei principali attori della geopolitica mondiale. E che ha visto anche un inconsueto asse tra Francia e Italia contro il controverso accordo commerciale tra Unione europea e Mercosur, il mercato comune dell'America meridionale a cui aderiscono Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela (ma sono associati anche Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador e Perù). Un'intesa che permetterebbe a prodotti agricoli e materie prime sudamericane di arrivare in Europa. E che dopo le crisi di questi anni - il cambiamento climatico e il conflitto in Ucraina con la conseguente "guerra del grano" - ha mandato in grande agitazione gli agricoltori europei. Al punto che lunedì in Francia si sono registrati 85 sit in di protesta, una contestazione che il governo italiano ha seguito con attenzione perché anche nel nostro Paese il settore agricolo è in fermento.
Di qui, l'inedito asse Macron-Meloni. Che, fermandosi a parlare con alcuni giornalisti italiani, il presidente francese conferma. L'inquilino dell'Eliseo spiega di aver avuto «un meeting» con Meloni a margine del summit che si tiene nel Museo d'Arte moderna. «Ci siamo incontrati, lei è qui a Rio con la figlia Ginevra» e, aggiunge, «ha fatto davvero una bella mossa sul Mercosur». E «per questo motivo siamo soddisfatti», perché si tratta di «una battaglia comune» su cui Italia e Francia hanno la stessa posizione.
Insomma, un'inusuale sintonia. Con un Macron - camicia bianca sbottonata sul colletto e maniche rivoltate - sorridente e decisamente compiaciuto dell'asse tra Parigi e Roma per bloccare l'accordo commerciale tra Ue e Mercosur. Chissà, poi, se in quel colloquio che lo stesso presidente francese conferma essere avvenuto, i due hanno affrontato anche la delicata questione delle nomine europee come già era accaduto a margine del Consiglio Ue informale di Budapest.
Il nodo dei sei vice-presidenti esecutivi, infatti, è legato soprattutto alla fronda dei popolari spagnoli contro Teresa Ribera, considerata dal Partido popular tra i principali responsabili dell'alluvione di Valencia (su cui mercoledì riferirà al Parlamento di Madrid). E se il premier spagnolo Pedro Sanchez sembra voler chiudere la querelle (avrebbe dato l'ok all'italiano Raffaele Fitto purché gli sia garantito che anche Ribera passi senza intoppi), pure Macron spinge per un'intesa che porti al via libera "a pacchetto" dei sei vice di Ursula von der Leyen.
Senza l'appoggio di Ecr, infatti, anche il francese Stéphane Séjourné rischia di finire impallinato e la priorità dell'inquilino dell'Eliseo è evitare che accada. La stessa che ha Meloni rispetto a Fitto. Insomma, un altro motivo di convergenza fra i due.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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