Una Alleanza globale contro la fame per "sradicare questa piaga che disonora l'umanità". Il G20 di Rio de Janeiro si è aperto nel nome di una intesa ad ampio raggio promossa dalla presidenza brasiliana di turno e già sottoscritta da 82 Paesi, tra cui l'Italia, 26 organizzazioni internazionali, 9 istituzioni finanziarie e 31 fondazioni filantropiche e organizzazioni non governative. Tra i Paesi firmatari dell'alleanza ci sono gli Stati Uniti, la Cina, la Francia, la Germania, l'India, l'Australia, la Norvegia e il Bangladesh. Proprio oggi l'Italia ufficializzerà la sua adesione nel corso dell'atteso intervento del premier Giorgia Meloni, previsto nella prima sessione che apre il summit internazionale.
G20, l'alleanza contro la fame
"Le disuguaglianze sociali, razziali e di genere, si stanno aggravando a seguito di una pandemia che ha causato la morte di oltre 15 milioni di persone. Il simbolo ultimo della nostra tragedia collettiva è la fame e la povertà", ha affermato il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva aprendo i lavori. "Secondo la Fao, nel 2024 - ha aggiunto - ci saranno circa 733 milioni di persone ancora malnutrite. È come se le popolazioni di Brasile, Messico, Germania, Regno Unito, Sud Africa e Canada, messe insieme, stessero morendo di fame. Sono donne, uomini e bambini, il cui diritto alla vita, all'istruzione, allo sviluppo e al cibo viene quotidianamente violato". Secondo il presidente brasiliano, "in un mondo che produce quasi 6 miliardi di tonnellate di cibo all'anno, ciò è inaccettabile". Nel proprio discorso, Lula ha anche definito la fame nel mondo come un "prodotto di decisioni politiche, che perpetuano l'esclusione di gran parte dell'umanità".
Cosa prevede l'alleanza
Per aderire alla suddetta alleanza di contrasto alla fame e alla povertà, ogni Paese deve firmare un documento con diversi termini di impegno, specificando come può partecipare. Ci sono diversi modi per farlo e uno di questi è la condivisione di esperienze di successo nelle politiche pubbliche per combattere la fame e la disuguaglianza. Un altro modo è quello di trasferire fondi o offrire condizioni di finanziamento favorevoli. Ci sono anche Paesi che aderiscono come interessati a ricevere aiuti, impegnandosi a rendere conto e a pagare. L'elenco dei Paesi o delle istituzioni che possono aderire all'Alleanza non sarà chiuso e potrebbe includere nuovi membri nel tempo.
Lo strappo dell'Argentina, poi il dietrofront
Proprio in riferimento a questa intesa, al G20 di Rio si è però registrato un momentaneo strappo dell'Argentina. Il Paese guidato dal presidente Javier Milei era infatti l'unico, tra quelli partecipanti al summit brasiliano, a non aver sottoscritto l'alleanza globale contro la fame e la povertà. All'avvio del G20 si sono così cristallizzate quelle divergenze tra Brasile e Argentina già delineatesi prima del vertice. Il presidente argentino Javier Milei, al suo esordio a un vertice dei capi di Stato e di governo dei Paesi del G20, si è presentato a Rio de Janeiro come portavoce di un'agenda marcatamente improntata alla lotta al globalismo e alle organizzazioni multilaterali, in contrasto dunque con le prospettive auspicate dal presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, promotore di una coalizione trasversale "contro la fame, la povertà e la disuguaglianza".
Ed è proprio a quella proposta di alleanza che l'Argentina aveva inizialmente fatto mancare la propria adesione, facendo chiaramente notizia e conquistando così le homepage dei siti d'informazione di tutto il mondo. Poi, però, ecco l'inaspettato cambio di strategia. Secondo una fonte del governo brasiliano, infatti, il Paese guidato da Milei "ha aderito" all'alleanza contro la fame dopo il discorso di lancio di Luiz Inacio Lula da Silva alla prima sessione plenaria del vertice del G20 a Rio de Janeiro. Il numero dei Paesi ad aver sottoscritto l'intesa è così salito a ottantadue.
Intanto, a Rio de Janeiro, Milei prosegue la propria serie di colloqui bilaterali, tra cui quello con l'omologo cinese Xi Jinping, occasione per affinare i dettagli della missione che il presidente argentino effettuerà a Pechino nel 2025.
Un viaggio che continua a suscitare dibattito nell'opinione pubblica argentina, dopo dure critiche rivolte da Milei al sistema politico ed economico cinese, emblema delle "dittature comuniste" nemiche della "libertà" da lui predicata come valore di riscatto dell'umanità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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