
"L'Europa deve prepararsi alla guerra se vuole evitarla”. È con queste parole del presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen che si può riassumere il contenuto del Libro Bianco sulla difesa presentato a Bruxelles insieme al piano ReArm Europe.
Il piano prevede la mobilitazione fino a 800 miliardi di euro di investimenti in difesa di cui 150 miliardi con prestiti comuni (senza però un debito comune europeo) e altri 650 miliardi da parte degli stati membri grazie alla flessibilità con la sospensione del patto di stabilità. L’obiettivo è spendere almeno l’1,5% del Pil in più sulla difesa per arrivare a un possibile target del 3,5% in rapporto al Pil di ciascuna nazione.
Il libro bianco sulla difesa si articola su cinque pilastri: sostegno militare all’Ucraina (tra cui l’integrazione della sua industria nel sistema europeo), colmare le lacune degli eserciti europei, rafforzare la base industriale e tecnologica della difesa europea, preparare l'Ue a situazioni militari estreme aumentando le scorte di armi e la mobilità militare, accrescere le alleanze globali con partner come Regno Unito, Canada, Giappone e Australia.
Ursula Von der Leyen, presentando il piano, ha affermato che: “l’epoca dei dividendi della pace è finita. Dobbiamo rafforzare le nostre capacità e creare un vero mercato europeo per gli armamenti. Serve comprare europeo, per stimolare innovazione e creare occupazione”.
Parole a cui ha fatto eco l'Alto rappresentante per la politica estera Kaja Kallas secondo cui “questo è un momento decisivo per la sicurezza europea" e “il valore della cooperazione europea nella difesa è inestimabile".
Secondo il commissario all’Economia Valdis Dombrovskis invece: “abbiamo identificato i gap di capacità e messo in campo un piano per colmarli insieme" aggiungendo che “il cuore del piano ReArm è lo strumento finanziario Safe - Security Action for Europe - che permetterà alla Commissione di raccogliere fino a 150 miliardi di euro in prestiti a lungo termine, a condizioni vantaggiose, destinati agli Stati membri per appalti comuni di materiali di difesa”. Per il Commissario alla Difesa Andrius Kubilius "le opportunità ora create grazie al regolamento Safe e alla possibilità per i governi nazionali di utilizzare clausole di salvaguardia risultino davvero attraenti".
Non a caso, secondo la Commissione, l'industria della difesa può rappresentare un motore di crescita sia in termini di posti di lavoro sia in innovazione e, i fondi europei già mobilitati tra il 2021 e il 2027 ammontano a 8 miliardi di euro per ricerca e sviluppo, 513 milioni per aumentare la produzione di munizioni e 310 milioni per appalti comuni.È importante sottolineare che, pur andando nella direzione di una maggiore integrazione nella difesa, nel libro bianco non si parla di esercito comune europeo e anzi si legge: “la difesa resta una competenza nazionale”.
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