L’Italia si prepara a svolgere un ruolo attivo in tutto il mondo, con una presenza senza precedenti nelle aree strategiche per gli interessi nazionali e ponendosi come partner militare di pregio. “Dai Paesi baltici lungo tutto il fianco est della Nato, dal Medio Oriente al Corno d’Africa, dal Mar Rosso sino al Golfo di Guinea, passando per il Sahel”, ha dichiarato il ministro Guido Crosetto, nel corso delle comunicazioni alle Commissioni Estere e Difesa di Camera e Senato per l’esame della relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione per lo sviluppo e il sostegno di processi di stabilizzazione.
“In termini numerici, l’impianto programmatico per le missioni del 2024 prevede l’impegno articolato su 36 schede missioni, di cui 34 proseguono dall’anno precedente e due sono di nuovo avvio”, ha proseguito Crosetto, spiegando come sia stato previsto un impiego medio di 7.500 militari fino a un massimo di 12mila e un costo complessivo pari a 1,410 miliardi di euro. “La delibera assicura il contributo significativo dell’Italia a nove missioni della Nato, otto dell’Ue, cinque delle Nazioni Unite. Altre 14 iniziative saranno condotte invece all’interno di specifiche coalizioni o su base bilaterale”, ha aggiunto il ministro, secondo cui il mondo sta attraversando una fase di guerra ibrida combattuta su più fronti, le cui conseguenze sono una maggiore polarizzazione nelle relazioni internazionali e un rischio concreto per la pace e la stabilità. Esse, a loro volta, hanno degli effetti in vari settori tra cui l’accesso alle materie prime e alle fonti di energia, la competitività economica e la capacità produttiva delle industrie strategiche. L’area dove ciò è più evidente è il Mar Rosso, dove secondo Crosetto le “turbolenze e le minacce” mettono a rischio “la nostra economia e i nostri principi”. L'intervento dell'Italia in quest'area del mondo, compreso in varie iniziative di sicurezza marittima tra cui l'operazione europea Aspides, è estesa anche al Golfo di Aden, all'Oceano Indiano nord-occidentale e al Golfo Persico.
Un altro fronte incandescente è l’Ucraina, la cui invasione da parte di Vladimir Putin nel 2022 ha causato uno “shock sistemico” e una catena di eventi “dagli esiti molto incerti”. Secondo il ministro della Difesa, la Russia ha dimostrato una grande resilienza economica e gli alleati non possono venire meno al loro supporto nei confronti di Kiev. È da escludere, però, un intervento diretto nel conflitto con l’invio di truppe occidentali nel Paese, perché si arriverebbe ad una “escalation incontrollata”. L’Italia ha comunque intenzione di partecipare al rafforzamento del fianco est della Nato, con l’invio di 3mila soldati, 1.100 veicoli, un’unità navale e circa 20 aerei. Crosetto ha inoltre sottolineato come “agli aiuti deve essere poi affiancata una decisa azione diplomatica alla ricerca di una pace giusta ed evitare che l'Ucraina cessi di esistere quale Nazione indipendente”.
Sempre per quanto riguarda l’Europa, il ministro ha ribadito l’impegno del nostro Paese in Kosovo nell’ambito dell’operazione Kfor e ha affermato che nel corso di quest’anno il governo chiederà alla Nato di riassumere il comando della missione, mantenendo il contingente di 1.550 uomini già presente nel Paese. L’impegno di Roma in quest’area sarà poi rafforzato in Bosnia-Erzegovina, con un incremento della presenza italiana da 195 a 247 militari.
La zona del mondo dove l’Italia intende impegnarsi maggiormente è però l’Africa. Guido Crosetto ha riferito che il nostro Paese "guarda con interesse" all'Eritrea e sta valutando una proposta di collaborazione strutturata avanzata dal presidente Isaias Afwerki. La Difesa è anche pronta a garantire gli interessi nazionali tramite la cooperazione con gli Stati che si affacciano sulla sponda sud del Mediterrano al fine di mitigare il fenomeno migratorio e garantire la stabilità e lo sviluppo dei partner, primo tra tutti la Libia. Secondo il ministro è anche necessario fare i conti con la crescente instabilità del continente dove, nel corso del 2023, vari colpi di Stato hanno portato ad un deterioramento delle relazioni tra l’Occidente e le nazioni del Sahel e favorito la penetrazione militare e commerciale di Russia e Cina, fattasi “più pericolosa ed insidiosa”.
Per questo motivo, il titolare della Difesa ha ribadito l’intenzione del suo dicastero di portare avanti i processi di addestramento e formazione delle forze armate in Tunisia e in Niger, con l’obiettivo in quest’ultimo Paese di costruire una base nazionale nell’aeroporto della capitale Niamey. Le attività della marina militare italiana proseguiranno nel Golfo di Guinea e nel Corno d’Africa, al fine di contrastare le attività illegali e la pirateria. L’impegno principale della Difesa rimarrà la Somalia, dove l’Italia partecipa alle iniziative europee Eucap ed Eutm e a quelle nazionali su base bilaterale Miadit Somalia e Bmis.
Per quanto riguarda il Mozambico, Crosetto ha confermato l’intenzione di mantenere la presenza dei nostri militari con compiti di addestramento e consulenza per assistere le forze armate locali nel contrasto alle organizzazioni terroristiche, oltre alla possibilità di dare il via ad un piano di cooperazione in favore della Difesa di Maputo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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