Il vento del cambiamento passa da Donald Trump. Matteo Salvini non ha dubbi e fa risuonare, ancora una volta, un convinto endorsement a favore del candidato repubblicano. «È il futuro, spero che vinca per tutelare i diritti e la libertà», dice in una intervista a Italia Report Usa. «In qualità di vicepremier ho contatti con l'attuale amministrazione statunitense, non ho mai nascosto la mia speranza in una vittoria dei repubblicani di Trump. Condivido la loro politica sui temi della famiglia, della sicurezza, della lotta all'immigrazione clandestina e per il contrasto ai fanatismi: quello islamico e lo strapotere cinese e il tema della pace».
Il giorno dopo le dichiarazioni con cui Giorgia Meloni si attesta su un registro istituzionale e prudente sulle elezioni Usa («nessuna ingerenza. Le mie idee politiche le conoscete, ma - chiunque dovesse essere domani il presidente - noi continueremo a lavorare bene con gli Stati Uniti»), il leader della Lega torna a ribadire l'appartenenza a quel radicalismo conservatore che nella sua visione vuole reagire al declino dell'Occidente, creando un asse forte con Marine Le Pen e con Donald Trump.
Salvini annuncia che andrà a Washington prima del voto e si lancia in un paragone tra il tycoon candidato per la Casa Bianca e Silvio Berlusconi: «Berlusconi per 30 anni è stato indagato, processato, perseguitato politicamente da certa stampa e da certa
magistratura». Una storia, osserva Salvini, «che ricorda ciò che sta subendo Trump in vari processi. La sinistra è uguale in tutto il mondo, è uguale a Washington, a Parigi, a Roma. Se perde le elezioni prova a vincerle in tribunale o in televisione. Ho un processo che avrà la sentenza di primo grado a ottobre e rischio una condanna fino a 15 anni di carcere perché ho bloccato, come promesso, gli sbarchi dei migranti clandestini nel mio Paese. Ma io non sono preoccupato».
Salvini non nasconde di vedere nella vittoria di Trump una speranza di pace, come avvenuto in occasione del suo primo mandato. «Ricordiamo i patti di Abramo stretti da Trump in un territorio deflagrato come il Medio Oriente senza pensare a quello che sta accadendo tra Russia e Ucraina». Salvini racconta anche di aver sentito Trump, recentemente, al telefono. E conclude augurandosi la vittoria dei Repubblicani anche per porre fine a «questa sbornia pseudo-green tra Bruxelles e Washington che porta vantaggi solo alla Cina».
Spostandosi sul territorio e sulla politica italiana il vicepremier continua a dirsi convinto che «il governo durerà per tutti e cinque gli anni» senza contraccolpi derivanti dalle nomine europee. «Noi eravamo già su posizioni diverse in Europa prima. E continuiamo a esserlo anche ora. C'è una parte del governo che sostiene il bis di Ursula von der Leyen. Ma i danni che ha fatto la Commissione uscente per noi della Lega sono gravi e non possiamo sostenerla.
Per quanto riguarda il governo, hic manebimus optime e per cinque anni continueremo a governare».La percentuale di americani che secondo i sondaggi chiede il ritiro dalla campagna elettorale dell'attuale presidente Joe Biden, un dato che lascia ben sperare anche gli elettori di Donald Trump
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