
"Il Parlamento ungherese ha appena votato per ritirarsi dalla Corte penale internazionale (Cpi)". Questo l’annuncio in un post su del ministro degli Esteri dell'Ungheria Péter Szijjartó. Una notizia che era nell’aria da diverse settimane, legata all’intenzione di Budapest “di far parte di un'istituzione politicizzata che ha perso la sua imparzialità e credibilità”. Una decisione che è stata elogiata anche dal vicepremier italiano Matteo Salvini: “Scelta di giustizia e libertà, di sovranità e coraggio”, le sue parole in una breve nota sui social.
Il governo di Orban ha ripetutamente denunciato la Cpi come “politicamente faziosa” e ha intrapreso questo passo dopo le sanzioni imposte dal presidente americano Donald Trump alla Corte per le “azioni illegittime e infondate contro l’America e il suo stretto alleato Israele”. L’annuncio del ritiro dalla Cpi era arrivato il 4 aprile, nel primo giorno della visita nella capitale magiara del premier israeliano Benjamin Netanyahu, nei confronti del quale è stato emesso un mandato di arresto da parte della stessa Corte per "crimini contro l'umanità e crimini di guerra". Anche il già citato Salvini aveva stigmatizzato senza mezzi termini l'azione della Cpi su Netanyahu: "È ora dimettere in discussione realtà come la Corte penale internazionale, che mettono sullo stesso piano i terroristi islamici di Hamas e un premier democraticamente eletto come Bibi Netanyahu".
Immediata la presa di posizione di Bruxelles. "Sulla Corte penale internazionale la nostra posizione è piuttosto chiara: sosteniamo la Corte penale internazionale e i principi stabiliti nello Statuto di Roma. L'Ue rispetta l'indipendenza e l'imparzialità della Corte. E siamo fermamente impegnati a favore della giustizia penale internazionale e della lotta contro l'impunità": queste le parole del portavoce della Commissione europea Anouar El Anouni nel briefing quotidiano con la stampa.
“In generale”, ha aggiunto il diplomatico, “ai sensi dell'articolo 24, paragrafo 3 del Trattato sull'Unione europea, l'Ungheria è tenuta a sostenere attivamente e senza riserve la politica di sicurezza esterna dell'Unione in uno spirito di lealtà e reciproca solidarietà, e a conformarsi all'azione dell'Unione in questo ambito".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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