Disponibilità ad "esplorare" tutte le opzioni sul tavolo, compresa quella di estendere le missioni navali attualmente operative per rafforzare la vigilanza nel Mediterraneo Centrale. È questa la posizione dell’Unione europea in merito alla possibilità di attuare un blocco navale nel Mediterraneo per ostacolare le partenze dei migranti. Intanto, da Bruxelles hanno fatto sapere che il processo per attuare il piano elaborato per la situazione emergenziale di Lampedusa è già in corso con la agenzie europee coinvolte.
L’opzione del blocco navale
Non c’è ancora niente di certo sul tavolo, ma dall’Ue sono arrivate le prime, timide aperture sull’eventualità di prendere in considerazione l’opzione di applicare un blocco navale nel Mediterraneo.
Nello specifico, la Commissione europea ha espresso "la disponibilità ad esplorare" le opzioni per estendere le missioni navali. Ma "non scendiamo nei dettagli", ha dichiarato la portavoce della Commissione Europea per gli Affari Interni Anitta Hipper, rispondendo, nel corso del briefing con la stampa.
Al netto di queste parole, ricordiamo che non sta alla Commissione, ma al Consiglio, che rappresenta gli Stati membri, decidere eventualmente in materia di missioni navali.
L’emergenza migranti continua
In tutto questo l’emergenza migranti continua a tenere banco. "L'Italia è accanto all'Europa e l'Europa è accanto all'Italia: gli arrivi a Lampedusa non sono una sfida solo dell'Italia ma dell'Europa. Se non troviamo soluzioni concrete la nostra politica migratoria ha fallito", ha detto Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, dal Consolato generale d'Italia a New York, per l'inaugurazione di una mostra.
Metsola ha sottolineato l'urgenza di fare atti concreti in vista delle elezioni europee di giugno 2024, spiegando che "bisogna passare dalle parole ai fatti, servono delle azioni quando parliamo della politica dei rimpatri, dell'asilo, della solidarietà".
Numeri alla mano, dall'inizio dello schema volontario di ricollocamenti di richiedenti d'asilo dai Paesi in difficoltà, cui partecipano 19 Stati Ue più altri 4 associati alla zona Schengen, sono state ricollocate 2.853 persone, di cui 1.159 dall'Italia.
Le mosse di Meloni
Giorgia Meloni ha ribadito di voler continuare a proporre una missione navale europea per fermare le partenze irregolari. "L'Europa - ha spiegato la premier - l'aveva già anche messa nero su bianco una proposta di questo tipo" riferendosi alla missione Sophia.
La missione Sophia aveva tre parti, ha proseguito Melon durante un'intervista, evidenziando come, l'unica attivata prevedesse che le navi europee andassero a recuperare i migranti. "E per paradosso si rivelò un fattore di attrazione e per questo fu interrotta.
Vanno invece recuperata la seconda e terza parte, mai attivate", ha osservato, "quella che parlava di usare le navi europee per fermare i trafficanti, impedire le partenze, in accordo con le autorità del Nord Africa, e secondo me anche con le organizzazioni sovranazionali".È questa, dunque, la proposta che Meloni intende portare sul tavolo per risolvere la questione dei flussi irregolari.
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