Davanti ai barbari senza legge di libertà si può pure morire

Hollande si appella a un diritto fondamentale supremo, quello di usare qualsiasi mezzo per difendersi da un nemico che vuole negare tutti, ma proprio tutti i diritti fondamentali: quelli alla vita, alla libertà, alla educazione

Davanti ai barbari senza legge di libertà si può pure morire

La lunga sequenza dei diritti umani prevista dalla Cedu (Corte europea dei diritti dell'uomo) dev'essere onorata in ogni tempo e in qualsiasi circostanza? Francois Hollande risponde: dipende. E si appella proprio a un articolo, il numero 15 della Convenzione europea dei diritti umani, che prevede la deroga di alcuni di essi in casi di emergenza eccezionale. Gli do ragione, è puro buon senso, ed è onestà ammetterlo davanti al proprio popolo e al mondo.

Mi spiego. I diritti fondamentali della persona umana sono una conquista della civiltà. Non si discute. Ma la loro codificazione è assoluta sempre e comunque? Se si legge la citata Convenzione, 59 articoli e 13 protocolli aggiuntivi, e poi si prende visione di molte impeccabili sentenze della Corte di Strasburgo che li applica, viene da dire che di diritti umani si può morire. Sono un viagra per gli assassini. Quella dei diritti umani ormai è diventata una religione della deificazione dell'individuo senza legami di responsabilità con gli altri: essa privilegia i diritti individuali, li assolutizza, e trascura le conseguenze che la loro pedante applicazione comporta per la sicurezza e la libertà della maggioranza. Certo, il diritto umano più importante è quello dell'assassino, perché una società e la sua forza si misura dal modo con cui tratta il reprobo. Ma la cura del diritto di un singolo non può ledere il diritto di molti singoli. In teoria questo non dovrebbe accadere, in pratica accade, eccome. Ed in tempi infami di attacchi agli inermi, sostenere certi diritti sanciti dalla Carta equivarrebbe a negarne uno gigantesco: quello alla vita e alla libertà di un popolo intero. Ad esempio: diversi provvedimenti di espulsione di imam incitatori all'odio e propagandisti della jihad decretati dal ministero dell'Interno, sono stati bloccati dalla Corte perché l'espulso rischiava di essere incarcerato ad esempio in Tunisia, Marocco o Egitto senza che ci fossero garanzie sufficienti di trattamento umanitario. L'Italia è stata condannata per questo diverse volte.

Pur di liberarsi di autentici pericoli pubblici, il nostro Stato ha disobbedito, e ha pagato multe salate, ed è stata sottoposta a processi in sede di Consiglio d'Europa. In certi casi, i predicatori fondamentalisti sono rimasti liberi tra noi. Risultato: hanno continuato a diffondere il loro verbo di morte. Chi scrive, come altri, ne sa qualcosa. Ho scritto e documentato che un islamista fanatico se l'era cavata perché non erano arrivate certe carte da un Paese dov'era ricercato per terrorismo. Sono stato condannato a 100mila euro da un tribunale italiano, con pignoramenti vari. La storia ha confermato che avevo ragione. È la via giudiziaria all'invasione islamica. I fondamentalisti usano alcuni diritti ritagliati per se stessi dai loro avvocati per poterli negare in blocco al Paese che li ospita. Vuol dire che tutti i diritti si possono buttare nell'immondizia? Assolutamente no.

Elenco i principi inderogabili o direbbe Benedetto XVI non negoziabili: non si deve uccidere nessun innocente, nessuna tortura è ammissibile; non si deve coartare la coscienza di nessuno impedendogli di professare la sua fede o la sua idea della vita; il diritto di educare e di trasmettere i valori decisivi della vita è sacro. Questi diritti Francois Hollande non li tocca. Si appella a un diritto fondamentale supremo che è quello di usare qualsiasi mezzo per difendersi da un nemico che vuole negare tutti, ma proprio tutti i diritti fondamentali: quelli alla vita, alla libertà, alla educazione.

In guerra, mentre si è sotto attacco, si può chiedere al proprio popolo un sacrificio, la rinuncia a manifestare in piazza, persino si può e si deve impedire la diffusione di notizie che siano d'aiuto al nemico. Perquisizioni senza mandato del giudice. Sono diritti senza cui in tempo di pace la vita sarebbe barbara, ma in tempi di emergenza sono un modo per preservare la Carta dei diritti da chi vuole stracciarla.

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