Il M5S svolta a sinistra anche in Ue? Pronto patto con i Verdi

Dopo l'accordo con il Pd in Italia, i 5 Stelle svoltano a sinistra anche a Strasburgo. Vicino l'ingresso nell'eurogruppo degli ambientalisti: "Con loro molti punti in comune". Ma i Verdi italiani non ci stanno: "Hanno governato con Salvini"

Il M5S svolta a sinistra anche in Ue? Pronto patto con i Verdi

Cambiare per non morire, mantenere ben salde le poltrone e contare qualcosa nei processi decisionali europei. Se in Italia il Movimento 5 Stelle ha cambiato partner, passando dalla Lega al Pd, in Europa ci ha abituato da anni a vagabondare da un gruppo all'altro. Dopo l'alleanza con il leader degli indipendentisti britannici Nigel Farage, i 5 Stelle hanno cominciato a saltare di palo in frasca alla ricerca di un eurogruppo disponibile ad accoglierli. Ma nessuno ha voluto averci a che fare: né i liberali, né la sinistra. Pure i Verdi, ancora pochi mesi fa, avevano declinato l'offerta della pattuglia pentastellata a Strasburgo. Ma si sa, in politica le cose cambiano velocemente. A volte in un batter d'occhio. Ed è sufficiente scaricare il populista Salvini per rifarsi una verginità. E apparire come una forza innocente, illuminata e benpensante.

Proprio come i 5 Stelle, che dopo il voto positivo - e decisivo - a Ursula von der Leyen come presidente della Commissione e l'inciucio col Pd, sono pronti a entrare nell'eurogruppo dei Verdi. "Siamo pronti ad avviare un confronto serio, leale e costruttivo con il gruppo dei Verdi", fanno sapere fonti grilline al Parlamento europeo. "Con loro - proseguono le stesse fonti - abbiamo molti punti in comune, come dimostra il lavoro svolto durante la scorsa legislatura e abbiamo delle innegabili affinità politiche su svariati temi: difesa dell'ambiente, energie rinnovabili, lotta all'austerity, agricoltura biologica, acqua pubblica e infrastrutture utili ai cittadini". Mentre nell'ultimo post su Facebook della pagina Movimento 5 Stelle Europa si legge: "I cittadini hanno bisogno di fatti concreti e politiche coraggiose. In Europa puntiamo su rinnovabili ed economia circolare, più investimenti e salario minimo".

Un programma che assomiglia molto a quello dei Verdi a Strasburgo. Strano per un partito che all'inizio non faceva nulla per nascondere il suo euroscetticismo, accarezzando pubblicamente l'idea di un referendum per uscire dall'euro e, perché no, financo dall'Unione europea. Ma si sa, solo i cretini non cambiano idea. E infatti, nel giro di pochi anni, i 5 Stelle sono passati da Farage a Macron. Eppure, come riporta anche L'Espresso, l'idea di entrare nella famiglia dei liberali europei - dove c'è anche En Marche, il partito del presidente francese - non fa impazzire i pentastellati. Che preferirebbero dare man forte ai Verdi europei, ormai rassegnati a perdere causa Brexit la pattuglia degli eurodeputati britannici.

Tutto bene, quindi. In realtà no. A ostacolare la trattativa per l'ingresso del M5S nell'eurogruppo ambientalista ci sono i Verdi italiani.

I co-presidenti Elena Grandi e Matteo Badiali scrivono che i 5 Stelle sono "un movimento politico che ha boicottato in ogni modo la Ue, che ha preso posizione a favore di Farage, leader politico del partito della Brexit, che ha preso più volte le parti del movimento dei Jilet Jaunes in Francia e che ha governato con la Lega di Salvini, votando e avallando tutte le leggi più gravi contro l'ambiente, dai fanghi tossici dell'Ilva al Tap". Ecco perché dicono no "all'entrata del M5S nei Verdi europei".

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