Dal 6 marzo pochi cambiamenti in vista. No ai locali la sera, sperano le palestre

Nel prossimo decreto legge resteranno i colori e il coprifuoco

Dal 6 marzo pochi cambiamenti in vista. No ai locali la sera, sperano le palestre

Che succederà dopo il 5 marzo, quando scadrà il Dpcm che è stato l'ultimo atto del governo Conte? Sarà possibile tornare al ristorante la sera, oppure ad allenarsi in palestra?

Naturalmente tutto dipenderà dalla progressione dei numeri, che al momento sono in lieve, lievissimo rialzo. E del resto anche la prima decisione del governo Draghi di prolungare fino al 27 marzo il divieto di spostamento non giustificato da motivi di lavoro e di urgenza tra le regioni fa capire che difficilmente sarà da aspettarsi una svolta aperturista, a meno di una decisa flessione dei contagi.

Detto che sarà probabilmente confermato il sistema a colori delle regioni, magari con qualche aggiustamento metodologico e che dovrebbe restare in vigore il corpifuoco erga omnes tra le 22 e le 5 di mattina, nel nuovo Dpcm, che più probabilmente sarà un decreto legge, il tema che divide di più è la possibile riapertura serale dei ristoranti nelle regioni in zona gialla, quelle con il fattore di rischio meno grave. Un tema importante soprattutto da un punto di vista economico, per le centinaia di migliaia di famiglie la cui sopravvivenza è legata agli incassi. Ormai sono molte le voci che si levano a favore di una riapertura, naturalmente con l'osservanza di tutte le regole di distanziamento e di igienizzazione. Dopo l'endorsement dell'Anci di domenica, ieri sulla vicenda è intervenuta la Fipe, la federazione dei pubblici esercizi: «La riapertura serale, almeno nelle zone gialle, dei pubblici esercizi in grado di garantire il servizio al tavolo non è più rinviabile. Sta crescendo la consapevolezza che è più facile far rispettare le misure di distanziamento e di sicurezza sanitaria all'interno di un locale, piuttosto che nelle piazze e nelle strade dove le persone finiscono per assembrarsi senza alcuna precauzione». Sulle stesse posizioni anche il leader della Lega Matteo Salvini, che ieri ha incontrato alcuni dei ristoratori che hanno inscenato una protesta davanti a Montecitorio: «Dove la situazione sanitaria è sotto controllo e rispettando i protocolli di sicurezza, i ristoranti devono poter lavorare anche la sera. Se la legge permette di pranzare in tranquillità e sicurezza alle 13, deve permetterlo anche alle 20».

Altro tema caldo, quello delle palestre e delle piscine, che sono chiuse da mesi malgrado si siano dimostrate nel corso dei mesi di apertura da giugno a ottobre perfettamente adeguate al rispetto delle regole di distanziamento da parte di clienti e personale. Anche qui si parla di decine di migliaia di imprese in difficoltà, oltre che di un pesante costo sociale, visto che lo sport è importante fattore di prevenzione di malattie. Possibile che il nuovo governo prenda in considerazione la riapertura di queste strutture - naturalmente esclusivamente nelle regioni e nelle province in giallo - con regole più rigide rispetto a quelle già messe in atto in estate: ingressi contingentati, no a lezioni collettive, attrezzi ben distanziati e niente docce. In questo caso sembra probabile una riapertura.

Sembrano invece scarsissime le

probabilità che nel nuovo decreto cambi la situazione di cinema e teatri, chiusi ormai da tempo. Malgrado anche questo settore manifesti grandi preoccupazioni, è probabile che se ne torni a parlare in primavera inoltrata.

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