Bat Ye'Or è ebrea, egiziana, cittadina britannica dopo la fuga dall'Egitto della famiglia. Da anni parla di cose che sembravano fantascienza: basta dare una scorsa ai titoli dei suoi libri, da Il declino della cristianità sotto l'islam a Comprendere Eurabia. L'inarrestabile islamizzazione dell'Europa, fino a Verso il califfato universale (pubblicati in Italia delle edizioni Lindau). Risponde al telefono dalla Svizzera, dove vive.
Quando ha visto che cosa è successo a Bruxelles, che cosa ha pensato?
«Che non era di niente di nuovo. So che siamo in guerra verso il jihadismo da molti anni».Da quando?«Dalla fine degli anni Sessanta, quando le prime aggressioni terroristiche dei palestinesi hanno obbligato i Paesi europei ad adottare una politica contro Israele. Già allora c'era una guerra terrorista contro l'Europa».
E l'Europa come ha reagito?
«Anziché combattere il terrorismo jihadista si è sottomessa, e ha iniziato una politica anti israeliana. Non solo. Ha anche occultato la vera ragione della guerra contro Israele e l'Europa».
Cioè?
«L'ideologia jihadista, che esiste dal VII secolo e che è sempre stata la forza di propulsione e della guerra contro gli Stati cristiani dell'epoca. E questa ideologia, mai denunciata, continua».
Non è stata mai combattuta?
«Di più. È stata nascosta: non si poteva parlare del jihadismo, bisognava dire che la causa del terrorismo era solo l'esistenza di Israele. Tutte queste bugie, create e imposte ai popoli europei, sono responsabili della situazione attuale».
E ora che cosa si può fare?
«Beh, la Francia ha iniziato a parlare di jihadismo solo l'anno scorso, e questo perché i francesi, come altri, ora si ribellano contro questa politica, vedono che tutto quello che era stato detto della propaganda sulla tolleranza dell'islam era falso. Quindi adesso la Ue è obbligata a riconoscere il problema del jihadismo sul continente».
Ma fino a che punto si arriverà?
«Se l'Europa continuerà nella sua politica di sottomissione alle domande dei terroristi, allora la situazione peggiorerà. E alla fine i popoli europei saranno come i cristiani in Egitto, in Siria, in Libano e in Irak: dhimmi, sottomessi all'islam e alla sharia».
Nessun'altra possibilità?
«Che i governi europei cambino politica e dicano la verità. Ma non la vedo arrivare... L'Europa è debole, avrebbe dovuto farlo anni fa».
Oggi i terroristi sono nelle nostre città, come dimostrano le immagini di Molenbeek assediata.
«Certo, ma chi li ha fatti entrare? I nostri governi, perché hanno rifiutato di vedere la realtà del jihadismo. E fanno anche la guerra a chi si oppone e scrive di jihadismo e terrorismo: non c'è più libertà di parola, non si possono dire queste cose, perché i jihadisti sono protetti dai nostri governi».
L'Europa va verso l'islamizzazione?
«È il destino che ha preso, in maniera deliberata, abbandonando i valori giudaico cristiani che sono il suo fondamento e accettando le idee musulmane, incoraggiando l'immigrazione, le scuole islamiche e l'odio verso Israele. Una attitudine suicida. Perché dopo tutto ciò, che cosa resta? L'islamismo. C'è un altro problema».
Quale?
«Invece di sostenere e allearsi coi movimenti più radicali, perché aveva paura di loro, l'Europa avrebbe dovuto sostenere i musulmani che hanno il coraggio di dire la verità».
A chi si riferisce?
«Esistono molti musulmani coraggiosi, che vogliono vivere nel ventunesimo secolo e non nel settimo, ma non li abbiamo mai aiutati. Quello che serve è una politica a lungo termine contro l'islamismo, che preveda la riconciliazione col mondo musulmano».
Come?
«Per farlo si deve eliminare l'ideologia jihadista. E questo lo vogliono anche i musulmani, quelli che sono prigionieri, loro stessi, di questa ideologia e della sharia, di questo odio».
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