Salta il banco dell''Urbanistica a Montecitorio. E sparisce l'emendamento salva-Milano che per il momento rimane fuori dal dl salva casa. Il provvedimento con le «Disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica» arriverà nell'Aula di Montecitorio oggi alle 17 per l'inizio della discussione generale. È data per certa la richiesta di fiducia da parte del Governo dal momento che il testo deve essere esaminato anche dal Senato e convertito in legge entro il 28 luglio. Diverse le proposte di emendamenti su Milano che erano state presentate da maggioranza e opposizione: ieri in tarda mattinata però sono stati ritirati tutti gli gli emendamenti presentati dalle forze di maggioranza e respinti gli altri dell'opposizione. In base a quanto riferito da uno dei due relatori del provvedimento, Erica Mazzetti (FI), sarebbe stata presentata una riformulazione dell'emendamento da parte dello stesso Comune di Milano, fuori tempo massimo per essere esaminata: «La riformulazione - ha detto Mazzetti - andava letta e studiata prima. Ci saranno altre occasioni per poterla inserire». Alla base della scelta di stralciare la norma, viene spiegato, anche una valutazione fatta da governo e maggioranza sui tempi: presentandola come emendamento, infatti, si sarebbero dovuti riaprire i termini per i sub-emendamenti. Dunque, la riformulazione sul «salva Milano», riferiscono fonti parlamentari della maggioranza, avrebbe rischiato di far slittare l'approdo del decreto in Aula. La norma confluirà in un altro decreto: l'ipotesi è di inserirla nel decreto Infrastrutture, che arriverà in aula settimana prossima, come ha annunciato il sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio dei Ministri Alessandro Morelli (foto). «Giusta la scelta della maggioranza - spiega - prorogare i tempi per le interlocuzioni interistituzionali permetterà sicuramente di risolvere il problema che si è creato a Milano, viste anche le nuove ulteriori proposte giunte in mattinata dal Comune. Sulla base di queste richieste abbiamo valutato l'opportunità di sfruttare il decreto Infrastrutture, in valutazione alla Camera» conclude Morelli.
Di cosa si tratta? Del testo che avrebbe «sanato» i progetti finiti nel mirino della Procura - 10 le inchieste aperte - per un totale di 150 interventi di demolizione e ricostruzione autorizzati con Scia ex articolo 23.
Esultano le opposizioni che cantano vittoria, forse prima del tempo, a partire dai 5Stelle: «Aver scongiurato un tale scempio è una grande vittoria» per il vicecapogruppo a Montecitorio Agostino Santillo. «Vigileremo affinché la norma non rientri in alcun modo nel decreto legge con il suo arrivo in Aula o in altri provvedimenti», hanno detto il portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli e Devis Dori, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera. Dal Pd la deputata e segretaria regionale della Lombardia Silvia Roggiani ha parlato di «una Lega che non ha nemmeno il coraggio di far votare i propri emendamenti». Parla di «pugno in faccia a Milano» la deputata Pd, Lia Quartapelle che sosteneva l'emendamento scritto con l'associazione dei comuni.
Si dice «basito» l'assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano Giancarlo Tancredi: «Cercheremo di gestire questa situazione e continueremo a convincere gli investitori internazionali a puntare su Milano, ma certo questa incertezza non aiuta il sistema Paese». «Ricordo a tutti - la replica di Morelli - che se si verificherà un caos urbanistcia non è certo per il mancato passaggio della norma, altrimenti non ci sarebbe bisogno di salvare Milano».
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