Abusi in strada, caccia alla gang straniera

Studentessa molestata. Preso un egiziano, si cerca il resto del branco di 12 maghrebini

Abusi in strada, caccia alla gang straniera
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Due degli aggressori sono fuggiti in monopattino, gli altri a piedi, correndo via e sparpagliandosi come cani randagi, forse nel tentativo di raggiungere il prima possibile un motorino o una vettura parcheggiata poco lontano. Offrono gli spunti di una vicenda già vista - e per diversi aspetti purtroppo lo è - l'aggressione e la violenza sessuale avvenute esattamente una settimana fa, cioè nella notte tra venerdì 10 e sabato 11 gennaio, nel parcheggio di un discount della catena «Aldi» a fianco della discoteca «Alcatraz» di via Valtellina, in zona Maciachini, periferia nord della città.

Erano da poco passate le 4 quando due fidanzati - un 21enne originario della Sicilia e la fidanzata pugliese di 19 anni - dopo aver bevuto e ballato con un gruppo di amici all'«Iconic Party» (serata pare gettonatissima del variegato programma del locale), hanno raggiunto il parcheggio per stare un po' da soli. All'improvviso la coppia è stata avvicinata da un gruppo di circa 10-12 tra ragazzi e giovani uomini di origine magrebina e poi aggredita da tre, quattro di loro che hanno tentato di impossessarsi dei cellulari e della borsetta. Tuttavia, nonostante l'evidente superiorità numerica, il «branco» non è riuscito nel proprio intento perché i due fidanzati hanno reagito prontamente all'assalto, difendendosi e urlando. Prima di scappare, però, uno degli aggressori ha palpeggiato in modo violento la 19enne. L'uomo, che si è attardato sul posto, è stato arrestato quasi subito: si tratta di Mohamed Hassan Hansoun Nera, egiziano, 36 anni, residente nel Bergamasco e riconosciuto al cento per cento dalla 19enne che ha sporto denuncia e rinunciato alle cure mediche chiarendo di non averne bisogno.

Il gip Fabrizio Filice ha riconosciuto la natura violenta e pericolosa per la sicurezza dell'indagato, nei cui confronti avrebbe voluto optare per la custodia cautelare ai domiciliari con il braccialetto elettronico se solo fosse stato possibile. Come accade spesso in casi simili però l'immigrato, pur dichiarando di essere regolare in Italia, non è stato in grado di fornire la documentazione durante l'udienza di convalida; quindi, pur sostenendo di abitare a casa di uno zio non ha saputo dire chi sia il reale proprietario dell'immobile e infine ha dichiarato di avere un'occupazione stabile come muratore, ma anche questa informazione non è stata finora verificabile. Motivi questi per cui allo stato non può che essere mantenuta la custodia in carcere, come si spiega nella misura con cui il giudice si riserva di valutare eventuali istanze successive.

Intanto gli investigatori delle forze dell'ordine, anche grazie alle immagini ricavate dai filmati delle telecamere della zona ma anche grazie alla testimonianza di un addetto alla sicurezza della discoteca, sarebbero sulle tracce degli altri ragazzi del branco.

Stesso posto e stessa ora, un anno fa, nel febbraio 2024, una studentessa americana di 20 anni era stata violentata da un coetaneo italiano di origine egiziana conosciuto poco prima mentre ballava all'«Alcatraz». La giovane, decisamente alticcia, era uscita dalla discoteca e si era appartata con il ragazzo sempre nel medesimo parcheggio a fianco del locale, quello del discount.

Il processo a carico dell'imputato - Abdelrahma El Fayoumy, anche lui studente, incensurato e ora accusato di violenza sessuale, che ha scelto il rito ordinario ed è difeso dai legali Antonio Ingroia e Gianbattista Quaranta - è tuttora in corso: la prossima udienza, davanti alla nona sezione penale del tribunale di Milano, è prevista per l'8 aprile.

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