Roma - Il grido d'allarme arriva da decine di sindaci sparsi su tutto il territorio. I costi per i minori stranieri non accompagnati stanno diventando insostenibili per i Comuni italiani. Le cifre sono in costante crescita. Nel 2016 la spesa ha superato il miliardo di euro, il costo giornaliero - tra la quota sostenuta dallo Stato e quella dai Comuni - si aggira mediamente sui 100 euro al giorno a ragazzo, quindi circa 3mila euro al mese.
Se si considera che solo nel 2016 gli ingressi hanno superato quota 27mila si può comprendere la drammatica dimensione del fenomeno (più 15mila ingressi rispetto al 2015). Il costo per la loro accoglienza è altissimo e va a gravare in buona parte sui Comuni con bilanci sempre più in sofferenza o addirittura costretti al dissesto. La spesa a persona (può arrivare anche a 120 euro) è molto più alta rispetto a un maggiorenne: 45 euro vengono rimborsati dal ministero degli Interni, la parte restante grava sugli enti locali che garantiscono un letto, il cibo, la scuola, i vestiti, gli educatori, la sorveglianza. Una montagna di soldi che, come sempre, accende interessi.
Il 91,8% dei minori ha un'età compresa tra i 15 e i 18 anni (spesso non si riesce a stabilire se siano davvero minorenni). La stragrande maggioranza il 94% - è di sesso maschile. Tra le cinque nazioni di provenienza più rappresentate è in testa l'Egitto, seguito da Gambia, Albania, Eritrea e Nigeria. Il Meridione li accoglie più del Nord: in Sicilia e Calabria quasi il 50% dei beneficiari, seguite dall'Emilia Romagna (6,2%), Lombardia (6,1%), Lazio (5,9%), Puglia (5,9%) e Campania (4,5%). I rimpatri sono pochissimi. Una legge approvata alla Camera prevede l'istituzione della figura del tutore legale con la creazione di un apposito albo (e rende difficile una indagine per definire la vera età). In sostanza l'Italia si avvia ad essere lo Stato che paga di più in Europa per i minori non accompagnati. «Sono tanti i sindaci di Forza Italia che si battono per porre fine a una situazione assurda» dice Alessandro Cattaneo. «Molti di loro hanno persino subito diffide e denunce per la sola colpa di alzare il velo su una situazione allucinante».
In Emilia due amministrazioni Pd come Bologna e Faenza hanno sollevato il caso dei ragazzi albanesi.
«Questi ragazzi raccontava mesi fa il sindaco di Faenza, Giovanni Malpezzi non sono abbandonati ma addirittura accompagnati nel nostro territorio. Vengono per studiare e al compimento del 18° anno hanno il permesso di soggiorno. Perché questo college deve essere pagato dallo Stato italiano?».
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