Non solo Giulia. La cronaca è piena di casi di violenza e tentati omicidi contro le donne. Sì, d'accordo, lo è da sempre, non certo da ieri. Ma questo ultimo omicidio è stato uno spartiacque. Un punto di non ritorno. Perché Giulia era la figlia-amica-sorella di tutti, così come Filippo era il potenziale fidanzatino di tante.
Allora anche le storiacce battute dalle agenzie di stampa da qualche giorno hanno un sapore diverso. Più amaro ancora. E tutti noi, madri-padri-amici-parenti-professori, ci sentiamo meno estranei: alla violenza conclamata, armata, sanguinosa. O a quella che serpeggia sottopelle in tante relazioni morbose, dietro a tante denunce accumulate negli archivi delle forze dell'ordine.
Ieri a Erba, nel comasco, una ragazza di 23 anni è stata aggredita con l'acido muriatico dal suo ex compagno di due anni più grande, lievemente ferito un collega 47enne che ha provato a strapparla alla furia dell'ex. L'uomo, di origini marocchine, era già stato arrestato ad agosto per stalking in flagranza di reato. In quell'occasione, aveva detto al giudice di essere ancora innamorato della ragazza. Aveva l'obbligo di dimora a Broni, provincia di Pavia. Perché al termine della relazione, dall'agosto dell'anno scorso, l'aveva prima minacciata sul posto di lavoro, poi percossa a un braccio, quindi le ha rotto gli specchietti dell'auto e infine l'ha minacciata con il cric fuori dalla caserma dei carabinieri dove lei stava sporgendo denuncia: da qui l'arresto per stalking e l'obbligo di dimora. Un altro «bravo ragazzo», un'altra donna che non riesce a chiudere del tutto la porta. Oggi è accusato di «deformazione della persona mediante lesioni permanenti al viso», reato equiparato al tentato omicidio.
Venerdì scorso a Milano, è stato arrestato un 33enne per aver acquistato dell'acido corrosivo. «Volevo solo spaccare la catena del motorino» si giustifica con gli inquirenti. In realtà, come emerge da alcune intercettazioni, voleva sfigurare la donna che già da tempo stalkerizzava e insultata sui profili social, mettendole pressione, senza lasciarla libera di ripartire. E alla quale aveva devastato la casa, intrufolandosi nel suo appartamento mentre lei non c'era.
A Torino, una ragazzina di 16 anni ha rifiutato le avance di un coetaneo e lui, dopo averla perseguitata con messaggi e appostamenti, ha trovato normale metterle le mani al collo e tentare di strangolarla davanti al portone di casa. Incapace di accettare un rifiuto.
Un altro femminicidio è avvenuto a Fano, provincia di Pesaro e Urbino: un uomo di 70 anni ha strangolato la moglie e ha poi tentato di togliersi la vita ingerendo dei barbiturici. Il delitto è stato scoperto da uno dei figli della coppia che attendeva i genitori a cena. Non vedendoli arrivare, è andato a cercarli, ha scoperto la tragedia e dato l'allarme chiamando il 112. L'uomo è in stato di arresto, accusato di omicidio volontario, ed è al momento ricoverato in ospedale.
E ancora. Roma. Un uomo di 35 anni lunedì sera ha aggredito la sua ex e solo l'intervento dei carabinieri ha evitato il peggio. Un rapporto burrascoso che andava avanti da mesi. La donna alcune settimane fa ha trovato il coraggio, alla luce dell'ennesimo episodio di violenza, di recarsi dalle forze dell'ordine per sporgere denuncia.
Su di lui pendeva il divieto di avvicinamento ma questo non ha rappresentato un ostacolo al suo tentativo di «farsi giustizia» per una storia sentimentale di cui accettava la fine. Si è avvicinato all'auto della ex e l'ha aggredita ma è stato immediatamente bloccato. Altrimenti, chissà se si sarebbe fermato.
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