Il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara
Stop ai cosiddetti «diplomifici» e stop anche al test di ammissione di Medicina. Due decisioni epocali quelle prese ieri dal Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto-legge Pnrr con una serie di misure strategiche per la scuola e ha dato il via libera alla riforma per l'accesso alla facoltà di Medicina. «Non sarà più possibile fare 4 anni in uno», ha sintetizzato il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, illustrando le «importanti misure di lotta contro i diplomifici» che «in un anno ha fatto registrare un incremento delle revoche della parità del 10%». Il massimo (ancora) consentito sarà stringare lo studio nel «due-anni-in-uno» ma la commissione sarà presieduta da un docente esterno «per dare più serietà alla valutazione». Ci sarà l'obbligo del registro elettronico che non renderà possibile, ad esempio, lavorare e studiare nello stesso giorno da due città diverse, e non sarà più consentita la «moltiplicazione delle classi collaterali», ovvero passare da una quarta con 10 studenti a una quinta lievitata a 800 iscritti per andare direttamente all'esame. «Stiamo tutelando i nostri giovani e assicurando che i diplomi rilasciati dalle scuole siano sinonimo di reale preparazione e competenza. Vogliamo una scuola seria, una scuola dove i diplomi non si regalano, che sia all'altezza delle straordinarie potenzialità dei nostri giovani», ha sottolineato Valditara. Nella stessa seduta è stata introdotta anche la riforma del sistema di reclutamento dei docenti: quelli idonei, che hanno superato i concorsi ma non hanno ottenuto il ruolo, «ora - ha detto il ministro - potranno finalmente avere un'opportunità concreta di entrare in servizio, anche in regioni con forte carenza di personale». Via alla rivoluzione anche all'università di Medicina e chirurgia, in odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria. «Il tabù del numero chiuso» alla facoltà di Medicina «è stato infranto» ha commentato il ministro Bernini. «Un passo decisivo per riformare un sistema che non funzionava. Basta quiz assurdi, ora si valorizza la competenza», ha rincarato il vicepremier Salvini.
La riforma prevede l'abolizione del test d'ingresso con la previsione di un semestre ad accesso libero con un aumento graduale e sostenibile dei posti (+30 mila nell'arco dei prossimi sette anni) con il conseguente rafforzamento del Sistema sanitario nazionale. Gli studenti che si iscriveranno a medicina dovranno iscriversi contemporaneamente (gratuitamente per i primi 6 mesi) ad un altro corso di laurea di area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria.
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theRedPill
29 Mar - 16:09
@mainardi2000@gmail.com non conosco lo svolgimento degli esami a medicina ma vedo che negli anni la conoscenza degli ingegneri è man mano diminuita, quindi potrei estendere questo ragionamento ai medici; ma non è questo il punto. Anche se metto un test d'ingresso molto difficile e poi non insegno a chi lo ha passato, sempre incompetenti avrò. Quindi, ovvio che gli esami debbano essere fatti seriamente, ma folle il sistema di blocco all'ingresso!
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mainardi2000@gmail.com
29 Mar - 10:21
Giusto eliminare test assurdi, ma forse altrettanto giusto fare dei test appropriati e seri. Così facendo si apre medicina ad una "valanga" di iscritti che assisteranno, nel semestre, alle lezioni come si assiste agli eventi sportivi dagli spalti. Ci saranno più possibilità per l'accesso con possibilità di tre prove. Siamo seri il problema della sanità, in particolare pubblica, è quello della sola mancanza di medici od anche di avere professionisti preparati. Mi sembra che attualmente ci sia anche molta ,ma molta impreparazione. Non per colpa degli studenti, ma anche per programmi e metodi d'esame. P.S. Lo dico per medicina, ma in generale vale anche per tante altre facoltà.
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Duka
29 Mar - 11:15
@mainardi2000@gmail.com Hai ragione l'Italia è piena zeppa di "dottori" intrufolati dappertutto a carico dello stato naturalmente, i famosi passacarte, ma ciò che manca sono i "medici" che sono tutta un altra storia.
theRedPill
29 Mar - 13:30
@mainardi2000@gmail.com il test di ingresso è servito all'ordine dei medici per ridurre il numero di medici disponibili e mantenere gli stipendi alti, non ha nessun altra utilità. Tornare al sistema precedente, cioè chi vuole si iscrive e chi riesce si laurea è l'unico modo per rimediare a trent'anni di danni.
mainardi2000@gmail.com
29 Mar - 15:18
@theRedPill Lei è a conoscenza di come vengono sostenuti attualmente alcuni esami a medicina? Pensa che questi nuovi medici abbiano la preparazione che meritano, per come funziona la facoltà? Simo seri. P.S. La responsabilità non è degli studenti, ma di chi (tutti i governi) pensano che basti cambiare qualcosa ed ecco risolto il problema. Ripeto questo riguarda tutte le facoltà. C'è un decadimento(ovvio alcune eccezioni ci sono sempre) della preparazione dei laureati dovuto anche ad una scarsità della preparazione dei docenti. Tutto è partito dal 68 a cascata. Sarà molto difficile, ma sarà sempre possibile con sacrificio risalire la china. Certo non con queste riforme populiste.
theRedPill
29 Mar - 16:09
@mainardi2000@gmail.com non conosco lo svolgimento degli esami a medicina ma vedo che negli anni la conoscenza degli ingegneri è man mano diminuita, quindi potrei estendere questo ragionamento ai medici; ma non è questo il punto. Anche se metto un test d'ingresso molto difficile e poi non insegno a chi lo ha passato, sempre incompetenti avrò. Quindi, ovvio che gli esami debbano essere fatti seriamente, ma folle il sistema di blocco all'ingresso!
Duka
29 Mar - 10:30
Non solo diplomifici ma pure i "laurafici" delle piccole Università di provincia è ora di dire BASTA. Siamo invasi da Un esercito di laureati non si sa come - Pensateci è urgente basta guardarsi attorno per capire quanto poco merito tra i molti dottori al pressapoco -
mark_mark
29 Mar - 11:20
@Duka esercito di laureati, in Italia?
jaguar
29 Mar - 13:01
Ci sono 900 camici bianchi sospesi o radiati che continuano a lavorare, quindi prima o poi bisognerà sostituirli.