BerlinoIl mensile ebraico consegnato nella posta? Meglio in busta anonima, per non turbare l'eventuale vicino di casa antisemita, ovvero per proteggere l'identità della famiglia abbonata. Succede a Berlino. Dalla prossima edizione, Jüdisches Berlin verrà assimilato a un foglio carbonaro, da consultare nel segreto della propria abitazione.
A differenza di tanti altri Paesi europei dove l'antisemitismo impazza, la Germania continua a essere relativamente più sicura per i suoi cittadini di fede ebraica. In controtendenza rispetto al panorama europeo, la Repubblica federale tedesca ospita una comunità ebraica in espansione, passata dal 1990 a oggi da 30mila a oltre 120mila unità. Sono stati gli ebrei in fuga dall'ex Urss a ripopolare le comunità della Germania ovest. Nell'ex est spicca poi Berlino, che ospita anche alcune migliaia di israeliani in cerca di fortuna nella locomotiva d'Europa. I memoriali per ricordare l'orrore nazista non mancano, così come sono numerose le campagne a favore della memoria e della conoscenza reciproca. Fino al prossimo marzo, per esempio, il museo ebraico di Berlino ospita una mostra sulla circoncisione rituale. E tuttavia neppure la Germania pentita del suo passato nazista è immune all'odio per gli ebrei. Lo si è visto la scorsa estate, in occasione dell'ultimo conflitto fra Israele e Hamas, quando le strade di Berlino hanno ospitato violente manifestazioni anti-israeliane, a tratti apertamente antisemite. Fra gli slogan dei sedicenti amici della Palestina, in prevalenza arabi e turchi, ha risuonato un sinistro: «Ebreo, ebreo, vile maiale! Vieni fuori a combattere!». Nell'autunno una Angela Merkel scandalizzata organizzava una manifestazione pubblica alla Porta di Brandburgo per dire che «chi attacca gli ebrei attacca tutta la Germania». Impensabile, poi, che nei teatri o sui canali televisivi tedeschi si permettano gli sconci antisemiti a cui ha abituato il pubblico francese il controverso comico Dieudonné M'bala M'bala.
Tuttavia, l'impegno delle istituzioni non basta. Il segnale d'allarme è stato lanciato da Ilan Kiesling, portavoce della comunità ebraica di Berlino. Intervistato dal Tagesspiegel , Kiesling ha spiegato che la decisione serve «a ridurre le possibilità di atti ostili nei confronti dei nostri abbonati». Spaventati dal moltiplicarsi degli allarmi, «alcuni avevano già chiamato, sostenendo di valutare se disdire l'abbonamento». Eccesso di precauzione? Forse no, se si considera che domenica scorsa la polizia ha annullato all'ultimo minuto il carnevale di Braunschweig - il più amato e frequentato nel nord del Paese - a causa di una non meglio specificata minaccia di origine salafita.
Chiari di luna che hanno spaventato i lettori di Jüdisches Berlin . E se 70 anni fa la Germania metteva una stella gialla sugli ebrei per renderli più riconoscibili, oggi questi cercano di proteggersi con una busta bianca. Anonima.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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