Ale, barman bugiardo manipolatore seriale. Alla fine confessa senza una lacrima

Giocava al seduttore e copriva la verità. Gli inquirenti: "Per 3 giorni ha pensato di farla franca". L'ennesima spacconata "Ho guidato con il cadavere nel baule"

Ale, barman bugiardo manipolatore seriale. Alla fine confessa senza una lacrima
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Milano. Il «mostro» stavolta ha mani lunghe e sottili, una fisicità di scarsissimo impatto, una figura esile, le orecchie a punta, il sorrisetto acerbo e un po' sbruffone. Insomma: roba da far diventare matto anche il Lombroso. Eppure il 30enne Alessandro «Ale» Impagnatiello con le donne pare ci sapesse fare. «Era convinto che, piano piano, con una sorta di dolce fermezza, avrebbe potuto conquistare chiunque: era molto sicuro di sé. Anche troppo» racconta Marco di Bergamo, un habitué del «Bamboo Bar» dell'Armani Hotel di via Manzoni dove Ale faceva il barman. E chiacchierava parecchio con i clienti fissi. Una descrizione che ben s'attaglia a quanto dichiarano i carabinieri del Reparto operativo: «Non è mai sembrato preoccupato. Neanche quando gli abbiamo detto che lo indagavamo per omicidio. Per almeno tre giorni, da domenica a martedì, si è anche illuso di farla franca, di poter scappare. Ha dimostrato grande sangue freddo. Come se non gli importasse affatto dell'atrocità che aveva commesso».

I militari dell'Arma non si sono lasciati incantare neanche un momento da questo barman-imbonitore, capace di vivere due vite parallele con la disinvoltura con cui, mentre preparava un Bellini, intanto shakerava un Daiquiri. Pure loro piano piano, hanno iniziato a scardinare le fondamenta del suo castello di bugie. E grazie anche alle immagini delle telecamere, ai tabulati telefonici, alle circostanze inverosimili nella denuncia di scomparsa di Giulia da lui stesso formalizzata domenica sera in qualità di compagno e padre del bambino, lo hanno messo inesorabilmente davanti ai fatti, alla realtà. Quella da cui questo ragazzo, seppur già padre di un bimbo di 8 anni e in procinto di averne un altro dalla compagna Giulia Tramontano (al parto mancavano meno di due mesi!) continuava a sfuggire. Oscillando pericolosamente tra quelle due esistenze, contrarie e in fondo uguali.

Quindi sì, a ottobre «Ale» era felicissimo di aspettare un bambino dalla sua Giulia, la ragazza con la quale abitava da oltre un anno. Avevano anche già scelto il nome, Thiago, e che gioia davanti alla suocera Loredana. Nel frattempo, però, imbastisce una storia con una ragazza italo inglese di 23 anni, una sua collega. E quando l'amante scopre una foto di Giulia con il pancione sotto il sole di Ibiza, Ale ha subito una spiegazione: «Si, sto con Giulia, ma lei non ci sta granché con la capa, è bipolare. L'ho portata a Ibiza per starle vicino, non riesco a lasciarla perché minaccia di farla finita» confida alla ragazza con aria complice. Pronto a disperarsi quando pure lei, la giovane amante, si accorge di aspettare un bambino da lui. I due decidono di non tenerlo, la ragazza interrompe la gravidanza a gennaio, ma vuole vederci chiaro. E Ale, per mostrare ancora una volta la sua (falsa) buonafede, fabbrica addirittura un test di paternità negativo che prova come il figlio di Giulia non sia suo.

Che guaio quando le due donne, mostrando concretezza e voglia di vederci finalmente chiaro, sabato scorso si incontrano proprio all'Armani Hotel (ma il ragazzo, che sta lavorando, non le raggiunge). «Giulia sapeva che lui l'aveva tradita, che c'erano state altre donne. Sperava che l'arrivo del bambino lo avrebbe responsabilizzato...Era molto delusa, amareggiata» raccontano i parenti della Tramontano ai carabinieri. Che collocano temporalmente la resa dei conti - e l'omicidio della 29enne incinta - a domenica mattina.

Dopo Ale vuole solo «rimuovere». Il termine ricorre più volte sul web nelle stringhe cercate dal ragazzo sul web. Fino a un agghiacciante: «Rimuovere le macchie di sangue». Intanto, per crearsi un alibi e fingere di cercarla, scrive a Giulia: «Baby, fatti trovare...Lo so che negli ultimi mesi non sono stato un fidanzato modello». E invece l'ha già ammazzata. E rimossa.

«Sono libero, Giulia se n'è andata da casa!» scrive all'amante.

Ma le bugie di Impagnatiello non finiscono mai: «Ho girato con il cadavere nel bagagliaio fino a mercoledì» confesserà ai carabinieri. Ma, ormai, chi crede più al barman?

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