"La collaborazione con loro si è ormai conclusa". In una intervista alla Stampa il ministro degli Esteri e leader di Alternativa popolare, Angelino Alfano, mette la parola fine ai rapporti con il Partito democratico di Matteo Renzi. "Sosteniamo lo stesso governo, ma non facciamo parte della stessa coalizione - spiega - diciamo che abbiamo un parente in comune, di nome Gentiloni, ma tra noi e loro non c'è più alcun legame".
Dopo tre governi insieme Alfano dà il benservito ai democrat. A far precipitare i rapporti è stato lo scontro sulla nuova legge sulla cittadinanza che, se approvata, avrebbe introdotto lo ius soli in Italia. Lo stop di Gentiloni al ddl ha rimesso tutto in discussione. E con il ministro Enrico Costa in uscita i giochi sembrano riaperti. Le frizioni tra il Pd e i centristi hanno radici più profonde. Nell'intervista alla Stampa, Alfano che spiega chedopo la rottura sulla legge elettorale "non ce ne è stata né l'occasione né la necessità" di sentirsi con Renzi. Da lì in poi, però, il legame si è logorato. E, a furia di battibecchi, ha finito per rompersi.
Nell'intervista Alfano giudica, invece, positivo il giudizio sull'attuale presidente del Consiglio: "Il rispetto e la buona educazione talvolta sono un optional, come il metallizzato sulle auto, mentre Gentiloni le ha di serie".
Quanto a un possibile asse unitario di centrodestra, "con questa legge elettorale che non prevede alleanze - chiarisce Alfano - abbiamo la possibilità di costruire un'area autonoma, popolare e liberale. A questo soltanto stiamo lavorando - conclude - non sono previste alleanze e noi non le stiamo cercando".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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