Alitalia in tilt, lo sciopero lascia a terra 200 voli Disagi in Sicilia dopo il G7

Quasi duecento voli cancellati nella domenica in cui si è concluso il G7 di Taormina e un esercito di delegati, giornalisti, operatori da tutto il mondo rischiava di rimanere a terra. Lo sciopero dei lavoratori di Alitalia indetto da Cub Trasporti, Usb, Confael e Assovolo con un'astensione dal lavoro dalle 10 alle 18, ha causato la cancellazione del 50% dei voli previsti, tra cui 12 dei 21 ieri in partenza da Catania. Ma per tamponare i disagi di una protesta indetta da tempo la compagnia ha aumentato la capacità della flotta e ha schierato l'Airbus 321, che ha una trentina di posti in più, mentre nei giorni scorsi ha riprotetto oltre l'80% dei passeggeri su voli alternativi. Disagi minimi, ma è un'altra giornata di tensione in vista dell'incontro al ministero del Lavoro previsto tra pochi giorni per discutere i dettagli dell'avvio della nuova cassa integrazione. Dopo il commissariamento della compagnia la procedura è stata aperta per tutto il personale, di terra e di volo: riguarderà fino a 828 lavoratori di terra e fino a 190 piloti e 340 assistenti di volo interessati dai contratti di solidarietà cessati con l'amministrazione straordinaria.

Ieri i cieli del Regno Unito lentamente sono tornati alla normalità dopo il blocco informatico ai sistemi di British Airways che sabato aveva causato la cancellazione di tutti i voli della compagnia sui due scali londinesi: «Un calo di corrente - lo ha definito il presidente della compagnia Alex Cruz, su Twitter, escludendo un attacco hacker - che ha provocato un blocco del sistema informatico globale». Risultato: traffico in tilt, tutti a terra e per molti vacanze saltate. E se ieri la compagnia ha annunciato la ripresa della maggior parte della media percorrenza dallo scalo di Londra Heathrow e il «ritorno alla normalità» da quello di Gatwick, centinaia di passeggeri sono rimasti accampati negli aeroporti in attesa di informazioni a singhiozzo, tra code e sovraffollamenti ai terminal.

Dal primo sono decollati una novantina di aerei e 36 sono stati sospesi, mentre da Gatwick ne sono partiti 17 e nessuno è stato annullato. «Continuiamo a lavorare duramente per ripristinare tutti i sistemi informatici. Siamo estremamente dispiaciuti per i disagi - ha detto Cruz - I passeggeri che hanno deciso di non partire più potranno farlo spostando la data del volo fino a novembre oppure riceveranno il rimborso completo».

Tanto che per il caos informatico la British ora rischia di dover pagare circa 150 milioni di sterline in risarcimenti ai propri passeggeri, secondo una stima fatta da alcuni esperti sui media britannici. Che hanno calcolato una media di 300 sterline per ciascuno dei 300 mila clienti danneggiati. Non ancora quantificabile invece il danno di immagine di un episodio senza precedenti.

LoBu

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