Allarme contagi per i tifosi inglesi: nulli i biglietti e vietati gli arrivi

Boom di casi nel Regno Unito, stop alla vendita dei tagliandi. Le compagnie aeree non potranno sbarcare i supporter. L'Ue: "Un rischio le finali a Wembley". L'Uefa: "I programmi non cambiano"

Allarme contagi per i tifosi inglesi: nulli i biglietti e vietati gli arrivi

Niente Olimpico, siamo inglesi. L'Uefa ha annullato i biglietti venduti ai tifosi dei tre leoni per il quarto di finale contro l'Ucraina previsto domani a Roma. Una decisione presa se richiesta del Dipartimento della pubblica sicurezza italiano in seguito alla preoccupazione che i fan inglesi potessero dribblare la quarantena di cinque giorni previsto per chi arriva dal Regno Unito nel nostro Paese ed esportare da noi la variante delta che spopola in Gran Bretagna (ieri quasi 28mila casi, come a gennaio, ma solo 22 morti contro i 1.245 di sei mesi fa). «È stata stabilita una particolare ticketing policy che prevede il blocco inderogabile della vendita e della trasferibilità dei biglietti dalle 21 di oggi (ieri, ndr) e l'annullamento dei tagliandi venduti ai residenti nel regno Unito a partire dalle ore 00 del 28 giugno». Una decisione drastica che non fa abbassare la guardia al Viminale. Stamattina si terrà alla questura di Roma un tavolo interforze con i vari corpi delle forze dell'ordine per evitare l'arrivo di «fuori legge» inglesi. Si continuano a monitorare gli arrivi agli aeroporti: chi raggiunge l'Italia deve sottoporsi ai cinque giorni di quarantena fiduciaria, lasciando l'indirizzo in cui risiederà. Per entrare allo stadio, invece, si dovrà mostrare il green pass o l'esito del tampone negativo. E questo vale sia per i tifosi stranieri, sia per gli italiani».

Insomma, meglio uno stadio ancora più vuoto del previsto che un'ondata di contagi. Una saggezza che però non guida l'Uefa nella questione più importante: l'opportunità di disputare a Londra - nel culmine della quarta ondata del virus - le partite decisive di Euro 2020, trasformando in una bomba virologica il torneo dalla formula più delirante di sempre. Ma se sul meccanismo multi-Stato ormai non si può fare nulla, molti vorrebbero quanto meno che le ultime partite non si svolgessero in due delle città più colpite dalla variante delta, Londra (semifinali e finali dal 6 all'11 a Wembley) e San Pietroburgo (Spagna-Svizzera oggi alla Gazprom Arena). «Tenere le semifinali e la finale a Wembley al 75 per cento della capacità rappresenta un rischio per la salute a causa della variante Delta del Covid-19», si legge in una lettera firmata dal presidente della commissione Ambiente del Parlamento europeo, Pascal Canfin, e indirizzata al presidente dell'Europarlamento, David Sassoli, invitato ad agire per spingere la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, a mettere spalle al muro Uefa e Londra.

Ma da Nyon sembrano non avere orecchie per le proteste della politica e della comunità scientifica. L'Uefa replica immediatamente: «Tutte le rimanenti partite degli Europei si svolgeranno come programmato. Le misure di mitigazione adottate in ciascuna delle sedi di Euro 2020 sono in linea con le normative decise dalle competenti autorità sanitarie locali». E questo malgrado lo stesso consulente medico dell'Uefa, Daniel Koch, ammetta che «non si può escludere del tutto che eventi e assembramenti possano in definitiva portare a qualche aumento del numero di casi a livello locale». L'Uefa fa la gnorri anche sulla possibilità di ridurre la capienza consentita soprattutto a Londra (dove per le utile tre sfide sono previsti 60mila spettatori), passando la palla alle autorità locali, su cui ricadono «le decisioni finali sul numero di spettatori che assisteranno alle partite e i requisiti di ingresso nelle nazioni ospitanti e negli stadi».

«Considero la posizione della Uefa assolutamente irresponsabile», si sfoga allora il ministro dell'Interno tedesco Horst Seehofer, che inorridisce nel «vedere immagini di persone molto vicine tra di loro che festeggiano i successi con abbracci» ciò che «porterà a un aumento dei contagi».

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