La variante brasiliana del Coronavirus terrorizza il più grande Paese del Sudamerica ma spaventa anche il resto del mondo. Compresa l'Italia. Che è corsa ai ripari. Ieri il min istro della Salute Roberto Speranza ha firmato un'ordinanza che blocca i voli in partenza dal Brasile e vieta l'ingresso in Italia di chi negli ultimi quattordici giorni è transitato in quel Paese. «Chiunque si trovi già in Italia, in provenienza da quel territorio, è tenuto a sottoporsi a tampone contattando i dipartimenti di prevenzione», spiega sui social Speranza, secondo cui «è fondamentale che i nostri scienziati possano studiare approfonditamente la nuova variante brasiliana di coronavirus Sars-CoV-2. Nel frattempo scegliamo la strada della massima prudenza». Palazzo Chigi segue l'esempio di altri Paesi, come il Regno Unito, che, già alle prese con la variante «inglese», ha bloccato i collegamenti dopo che un caso di variante brasiliana è stato mappato nel regno.
L'esistenza del nuovo ceppo di Coronavirus è stato confermato pochi giorni fa dalla Fondazione statale brasiliana Oswaldo Cruz (Fiocruz), il più grande centro di ricerca medica dell'America Latina. Originario dell'Amazzonia, il ceppo è stato isolato in quattro viaggiatori giapponesi hanno visitato la remota regione brasiliana, una volta tornati in patria. Secondo Felipe Naveca, vicedirettore della ricerca di Fiocruz Amazonìa, il nuovo ceppo ha una serie di mutazioni inedite, oltre a quelle osservate nella cosiddetta proteina Spike e che «assomigliano al pattern osservato» nelle varianti identificate nel Regno Unito e Sud Africa. «Se queste mutazioni conferiscono un vantaggio selettivo per la trasmissibilità virale, dovremmo aspettarci un aumento della frequenza di queste linee virali in Brasile e nel mondo nei prossimi mesi». In particolare una mutazione denominata E484K avrebbe evidenziato una riduzione fino a dieci volte rispetto al virus nella versione consueta della neutralizzazione da parte degli anticorpi. Naturalmente questo preoccupa in vista della possibilità che i vaccini che si stanno iniziando a inoculare in Italia e negli altri paesi possano non essere efficaci (in tutto o in parte) con questo ceppo «esotico». Sul tema appare preoccupato il virologo Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'azienda ospedaliera di Padova e docente di Microbiologia dell'ateneo patavino. «Non si sa con certezza se il vaccino anti-Covid funzioni contro la variante inglese di Sars-CoV-2, ed esistono forti dubbi sulla variante brasiliana». In ogni caso qualsiasi variante tenda a trasmettersi in maniera più efficace «incide sull'indice Rt e di conseguenza alza la soglia dell'immunità di gregge». Anche Fabrizio Pegliasco, virologo dell'università degli Studi di Milano, non è tranquillo: «Ogni variante di Sars-CoV-2 che si affaccia in qualche area del mondo e mostra un impatto significativo inquieta e per questo bisogna velocizzare la vaccinazione e prendere provvedimenti per monitorare e fermare la diffusione di queste varianti».
Uno degli aspetti che preoccupa di più è che in Brasile c'è stato il primo caso di reinfezione da Covid legato al nuovo ceppo amazzonico.
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