All'Europa non va bene nemmeno il nucleare: sarà vietato fare centrali

Nella bozza del piano energetico Ue la fissione è stata esclusa dall'elenco delle fonti green

All'Europa non va bene nemmeno il nucleare: sarà vietato fare centrali

Una nuova decisione autolesionista rischia di abbattersi sulle politiche energetiche dell'Unione europea secondo quanto emerge da una bozza del Net-Zero Industry Act che la Commissione europea dovrebbe presentare il 16 marzo. Nella nuova versione del piano industriale europeo, l'energia nucleare potrebbe essere cancellata dall'elenco delle tecnologie verdi strategiche con un enorme impatto sulle scelte future in campo energetico. «Chi dice di no all'energia nucleare, una delle più pulite e sicure, dice di no al progresso, al futuro, all'ambiente», ha scritto Matteo Salvini su Twitter, dando subito l'idea della posizione del governo italiano.

Sebbene nella prima bozza del regolamento fosse presente anche il nucleare, il suo stralcio dalle fonti energetiche green nasce con tutta probabilità su impulso della Germania. Resta confermato l'obiettivo di produrre sul territorio europeo almeno il 40% della tecnologia pulita di cui l'Ue ha bisogno per la transizione verde ma vengono rimossi i target settoriali per la realizzazione di pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore ed elettrolizzatori.

Finora il compromesso trovato dalla Commissione europea per approvare il nucleare, era consentirne l'utilizzo in modo indiretto attraverso la produzione di idrogeno pulito. Nel piano Net-Zero, i target di produzione interna delle singole tecnologie verdi prevedono che la capacità di produzione solare fotovoltaica dell'Ue dovrebbe aumentare a 30 gigawatt entro il 2030, quella eolica a 36 GW, le pompe di calore a 31 GW, le batterie a 549 gigawattora e una capacità per gli elettrolizzatori di 100 GW di idrogeno.

Il problema, come spiega Gianclaudio Torlizzi, fondatore di T-Commodity e neo consigliere del ministro della Difesa sulle materie prime e sulla supply chain, è che senza il nucleare l'Ue non riuscirebbe a garantire il necessario mix energetico. Inoltre, aggiunge Torlizzi: questa decisione rischia di mettere una pietra tombale su ogni serio programma di decarbonizzazione, non si può attuare una riduzione della CO2 senza il supporto di fonti energetiche che diano stabilità. Qualcuno ha dimenticato la crisi energetica che è latente ma tornerà a mordere e, ancora per molti anni, serve il supporto delle fonti fossili e del nucleare. Se da un lato si pongono obiettivi più zelanti sulle emissioni di CO2, pensare di farlo solo con le rinnovabili è utopico. C'è poi il paradosso che, mentre nei prossimi anni aumenterà la necessità di energia elettrica, si dismette una delle fonti di produzione di elettricità più stabile: Se ipotizziamo di elettrificare il settore delle automobili, aumenteranno a dismisura i consumi a fronte di infrastrutture che non si capisce come verranno aggiornate con ulteriori stress sulla filiera. La decisione di cancellare l'energia nucleare dalle tecnologie verdi nasce da motivazioni di carattere politico e, secondo Torlizzi, un'ipotesi potrebbe essere una compensazione ai Verdi tedeschi dopo il rinvio voluto dai Liberali allo stop alle auto endotermiche nel 2035 ma c'è anche una partita tra Germania e Francia proprio in merito all'automotive.

La scelta di escludere il nucleare tra le fonti green andrebbe perciò letta in chiave anti francese su impulso della Germania poiché la Francia è il principale produttore di energia nucleare in Europa. Se la misura fosse confermata, rappresenterebbe anche uno stop alle ambizioni italiane di avviare un programma nucleare.

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