Altra strage di civili, proteste di piazza: si tratti

Raid a Leopoli, 7 morti e 70 feriti. Rabbia e cortei: "Stop al massacro"

Altra strage di civili, proteste di piazza: si tratti
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Yaroslav Bazylevic è rimasto solo. Ieri, durante l'attacco russo su Leopoli, ha perso la moglie Yevhenia (41 anni) e le tre figlie Yaryna (21), Daryna (18) ed Emilia, di appena 7 anni. «Destino? Sono a pezzi, ed è tutta colpa di questa maledetta guerra», urla all'emittente Tv Tsn. Il lamento di Yaroslav non è isolato, nell'ultimo sondaggio commissionato dalla Fondazione Kucheriv, il 68% degli ucraini ritiene necessario arrivare a un tavolo di pace prima della liberazione dei territori occupati. Non sono più sporadiche le manifestazioni di piazza contro la politica di Zelensky a Kiev, Odessa, Dnipro e Zythomir. La popolazione chiede che venga fermato il massacro, costi quel che costi. Forse per questo Zelensky ha rinnovato parte del governo, prima che gli Stati Uniti decidano per lui, appoggiando Zaluzhny, che da Londra sta studiando da presidente. Ieri a Leopoli c'è stato l'ennesimo bagno di sangue: un missile balistico Kinzhal ha concluso la sua rotta mortale su una zona abitata. Nell'impatto hanno perso la vita 7 persone, quattro della famiglia Bazylevic, 70 i feriti. A Kryvyi Rih, gli invasori hanno attaccato il centro città, danneggiando più di 10 palazzine, 4 scuole e un edificio alberghiero. Sei persone sono rimaste ferite, tra cui una bambina di 10 anni. Nella regione di Sumy missili Iskander hanno distrutto un convoglio di Kiev che si stava recando nel Kursk: 70 soldati sono stati uccisi. Proiettili di artiglieria ucraini si sono abbattuti sul mercato Sokol nel distretto di Kirovsky (Donetsk): secondo i media di Mosca 7 persone hanno perso la vita.

Si continua intano a scavare a Poltava, dove i russi martedì hanno colpito l'Istituto Militare di Telecomunicazioni e Informatizzazione, provocando 54 vittime e oltre 300 feriti. All'appello mancherebbero ancora 12 persone, e il Cremlino ha ufficializzato la notizia anticipata ieri da Il Giornale: «Nella scuola militare c'erano istruttori di Francia e Regno Unito. Sapevamo da tempo che erano arrivati in Ucraina. Abbiamo colpito i mercenari senza esitazione». Secondo Mosca, la Legione Straniera francese, presente sul territorio con 200 uomini, avrebbe preso parte a diverse battaglie cruciali, addestrando le truppe di Kiev proprio a Poltava.

Mercenari o meno all'Ucraina servono con urgenza armi (che tardano ad arrivare, soprattutto dagli Usa) per invertire la rotta. Ieri la Germania ha ordinato 17 sistemi di difesa aerea IRIS-T per Kiev, ma è una goccia nell'oceano. Zelensky è tornato a chiedere a Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania di utilizzare le loro armi nel cuore della Russia, senza ottenere risposte ufficiali, incassando il sì poco influente di Polonia e Lituania (anche per l'addestramento). Il fronte di Kursk comincia a traballare, mentre nel Donetsk, dove devono essere messi in salvo 2.289 bambini, le armate del generale russo Gerasimov fanno ormai ciò che vogliono e occupano Karlovka.

Pokrovsk è a un passo, poi si dirigeranno verso il Dnipropetrovsk, sede di industrie che progettano e costruiscono componenti aerospaziali e vettori missilistici. I funzionari dell'Aiea nel frattempo hanno denunciato la presenza di uomini armati e attrezzature militari russi nella centrale nucleare di Zaporizhzhia.

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