Altre due crisi respiratorie per il Papa

Dopo i broncospasmi ripresa la ventilazione meccanica. Il Vaticano: "Ore difficili"

Altre due crisi respiratorie per il Papa
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Due «episodi di insufficienza respiratoria acuta», causati «da importante accumulo di muco endobronchiale e conseguente broncospasmo». Dopo due giorni di stabilità, le condizioni di Papa Francesco peggiorano e ieri si sono presentate nuovamente delle criticità. «Sono state eseguite due broncoscopie - si legge nel bollettino vaticano di fine giornata - con necessità di aspirazione di abbondanti secrezioni». È dunque ripresa «nel pomeriggio», «la ventilazione meccanica non invasiva»: Francesco, dopo lo stop di domenica, quando aveva indossato i naselli ad alto flusso, è tornato ad utilizzare la maschera per l'ossigeno. «Il Santo Padre - conclude il bollettino vaticano - è sempre rimasto vigile, orientato e collaborante. La prognosi rimane riservata». Quello di ieri, dunque, «è stato un pomeriggio complesso» a causa della «insufficienza respiratoria acuta», spiegano fonti vaticane, rassicurando tuttavia sul fatto che «i valori delle analisi del sangue sono rimasti invariati», e dunque permane l'assenza di leucocitosi.

Un dato positivo, questo, perché dimostra che non vi è una nuova infezione ma è la conseguenza della polmonite. Le due crisi, si specifica, sono state provocate «dalla reazione dei bronchi che hanno cercato di espellere il muco che si accumula per eliminare i batteri».

In mattinata, le stesse fonti avevano spiegato come la polmonite bilaterale è «stabile» e l'evoluzione è quella «naturale per una persona sottoposta alla terapia». Dopo aver «riposato bene tutta la notte», nel suo diciottesimo giorno di ricovero, Francesco «ha fatto colazione e ha cominciato la terapia della giornata». «Non ci sono stati cambiamenti» rispetto alle abitudini di Bergoglio degli ultimi giorni.

Anche ieri è arrivato un messaggio firmato «dal policlinico Gemelli».

«Il nostro modo di intendere la creazione continua va rielaborato - ha scritto ai partecipanti all'assemblea generale della Pontificia Accademia per la Vita, sul tema The End of the World? Crises, Responsibilities, Hopes - sapendo che non sarà la tecnocrazia a salvarci: assecondare una deregulation utilitarista e neoliberista planetaria significa imporre come unica regola la legge del più forte; ed è una legge che disumanizza».

Intanto si continua a pregare al Gemelli. «Le notizie buone ci sono, dobbiamo avere santa pazienza e insistere a pregare con lui e per lui», ha sottolineato don Nunzio Corrao, il cappellano del policlinico Gemelli, durante la messa quotidiana per il pontefice. «Oggi il Papa sta esercitando un magistero straordinario sulla fragilità. Con le parole, ma anche con il corpo, ricorda a tutti noi, a tutti gli uomini, a partire da noi anziani, che siamo tutti fragili e quindi dobbiamo prenderci cura gli uni degli altri», ha detto da parte sua monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. La voce di Francesco «manca tantissimo. Ecco perché facciamo bene a pregare perché torni presto». «Abbiamo bisogno di uomini come lui che siano davvero universali e non solo di parte».

E se al momento non verrà «immediatamente» diffusa alcuna foto del Papa, non si esclude un briefing con i medici nei prossimi giorni, quando il quadro rimarrà stazionario per alcuni giorni. Il rosario serale, invece, prosegue a oltranza. Ieri sera è toccato al cardinale americano Robert Francis Prevost, prefetto del dicastero per i vescovi

Così come prosegue il pellegrinaggio dei fedeli al Terzo Vaticano (come viene chiamato il Gemelli).

La statua di Giovanni Paolo II, nel piazzale dell'ospedale, è oramai diventato un altare a cielo aperto, tra preghiere, disegni, fiori e santini che vengono lasciati dai fedeli, italiani e stranieri, che si susseguono ogni giorno.

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