Sono 130 le persone morte nel naufragio di un gommone a nord est di Tripoli, partito con condizioni meteo proibitive. È stato l'equipaggio della nave dei soccorsi Ocean Viking ad assistere alle devastanti conseguenze dell'affondamento dell'imbarcazione. Una tragedia immane, raccontata da Sos Méditerranée: «Alarm Phone ci aveva avvisato di tre imbarcazioni in pericolo al largo della Libia. Tutti loro erano ad almeno 10 ore dalla nostra posizione al momento della ricezione degli avvisi. Abbiamo cercato due di queste barche, in una corsa contro il tempo e con mare molto mosso, con onde fino a 6 metri». E proseguono: «In assenza di un efficace coordinamento guidato dallo Stato, tre navi mercantili e la Ocean Viking hanno collaborato per organizzare la ricerca in condizioni di mare estremamente difficili. Mentre era in corso la perlustrazione incessante del mare, senza ricevere il sostegno delle autorità marittime responsabili, tre cadaveri sono stati avvistati in acqua dalla nave mercantile My Rose». Secondo la ricostruzione, poco dopo «un aereo Frontex ha individuato il relitto di un gommone». Non c'era nessun sopravvissuto.
Secondo la Ong, «più di 350 persone hanno già perso la vita in questo tratto di mare quest'anno. Gli Stati - dicono ancora - abbandonano la loro responsabilità di coordinare le operazioni di ricerca e salvataggio, lasciando gli attori privati e la società civile a riempire il vuoto mortale che si lasciano alle spalle». Secondo il capo dello staff dell'Oim (Organizzazione internazionale delle migrazioni) Eugenio Ambrosi i morti in mare sono «conseguenze delle politiche che non rispettano il diritto internazionale e il più fondamentale degli imperativi umanitari». Dalla sua, Frontex assicura che il suo aereo «ha immediatamente allertato i centri di soccorso nazionali in Italia, Malta e Libia, come richiesto dal diritto internazionale».
La Fondazione Migrantes esprime «dolore e sdegno per l'ennesima strage», Erasmo Palazzotto di Leu annuncia un'interrogazione sulla vicenda, lo scrittore Roberto Saviano accusa le autorità europee di «aver lasciato morire le 130 persone». Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli chiede che «i governi nazionali diano poteri e mandato all'Unione Europea per intervenire, salvare vite, realizzare corridoi umanitari e organizzare un'accoglienza obbligatoria».
Emanuele Fiano, Pd, se la prende invece con Matteo Salvini: «Molte morti sono state evitate grazie ai soccorritori contro cui si scaglia Salvini. Il leader leghista, ancora una volta senza pietà, di fronte alle tragedie pensa a salvare la propria propaganda politica, noi pensiamo a come salvare più vite umane». Lo segue il collega Matteo Orfini, chiamando il leader della Lega «uomo senza vergogna». L'ex ministro dell'Interno poco prima aveva scritto: «Altri morti, altro sangue sulla coscienza dei buonisti che, di fatto, invitano e agevolano scafisti e trafficanti a mettere in mare barchini e barconi stravecchi, anche con pessime condizioni meteo. Una preghiera e tanta rabbia».
E poi c'è il personale a bordo di Sea Watch 4 che osserva a bordo un minuto di silenzio e denuncia con un tweet: «Le autorità europee e Frontex sapevano dell'esistenza di una imbarcazione in difficoltà, ma hanno negato il soccorso»Il sottosegretario agli Interni, Nicola Molteni, avverte: «Basta ipocrisia: l'unica soluzione per ridurre e azzerare i morti, le tragedie e gli sbarchi è bloccare e prevenire le partenze dai Paesi di origine».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.