Altro casco blu ferito: è il quinto in tre giorni Tajani: "L'Idf spieghi"

Ferito un altro soldato, membro di Unifil, dall'esercito israeliano

Altro casco blu ferito: è il quinto in tre giorni Tajani: "L'Idf spieghi"
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Sono già cinque in tre giorni. Un quinto soldato del contingente Unifil, un indonesiano membro della missione di peacekeeping delle Nazioni Unite in Libano e di stanza al quartier generale di Naqoura, nel sud del Paese, è stato ferito ieri dall'esercito israeliano durante un conflitto a fuoco che era in corso nelle vicinanze tra combattenti di Hezbollah e Tsahal (l'esercito israeliano, detto anche Idf). Il militare è stato colpito da un proiettile. Operato d'urgenza, è ora in condizioni stabili. Ma i rischi per i militari della missione Onu crescono di giorno in giorno, dopo che l'Idf ha annunciato che continuerà a colpire Hezbollah in Libano, anche perché il gruppo nei due giorni di Yom Kippur ha lanciato 320 razzi contro Israele, che ha colpito a sua volta 280 obiettivi di Hezbollah in Libano. Per fermare gli estremisti, l'Idf ha ordinato l'evacuazione di altri 22 villaggi nel sud del Paese dei cedri, dove almeno 9 persone sono morte in due villaggi, a nord e sud di Beirut, e un mercato a Nabatiyeh, 12 chilometri dal confine, è stato attaccato, portando a 2.255 le vittime dei raid israeliani dal 7 ottobre. Il fuoco israeliano ha provocato «molti danni» anche a edifici della base Unifil di Ramyah, sempre nel sud del Libano, a causa di un vicino bombardamento nella notte. Il raid ha costretto la missione a ricordare «a tutti gli attori i loro obblighi di garantire la sicurezza del personale Onu e delle loro basi, anche evitando attività di combattimento nei pressi delle postazioni Unifil». I raid israeliani colpiscono anche il nord del Libano, altro segnale preoccupante e che angoscia sempre più la popolazione. I target dei raid non sono stati rivelati dall'esercito israeliano, ma sono il bis di un'azione che anche la settimana scorsa ha colpito il nord del Libano. Anche per questo il portavoce delle forze di pace Onu in Libano, Andrea Tenenti, dopo aver ricordato che la missione Onu ha rifiutato di ritirarsi 5 chilometri più a nord, in territorio libanese, come richiesto dall'esercito israeliano, avverte del rischio che un'escalation israeliana contro Hezbollah possa sfuggire al controllo e «trasformarsi molto presto in un conflitto regionale con un impatto catastrofico per tutti».

Spiegazioni da Israele le attende ancora l'Italia, a proposito dell'attacco ai nostri soldati del contingente Unifil. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani parla di «passo avanti» di Israele sul caso, dopo che lo Stato ebraico ha annunciato l'apertura di un'inchiesta. Ma Tajani sottolinea: «I soldati italiani non si toccano. Sono lì per la pace. Non sono terroristi, ma militari di un Paese amico». Il vicepremier chiede chiarezza: «Vogliamo sapere se c'è stata una scelta politica oppure una scelta dei militari sul territorio. E aspettiamo scuse».

La guerra in Libano si estende e quella a Gaza prosegue sanguinosa.

Almeno 26 i morti nel raid contro il campo di Jabalia, che portano le vittime nella Striscia a oltre 42mila, i feriti a 100mila. Tsahal ha ordinato una nuova evacuazione del nord di Gaza, avvisando i civili che l'area «è considerata una zona di combattimento pericolosa».

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